Noi esseri umani abbiamo capacità incredibili e qualità di gran lunga superiori a quelle che ipotizziamo quando ci facciamo condizionare dalle nostre beneamate convinzioni limitanti.
Tutta la nostra creatività è spesso soffocata dall’idea che la realtà possa essere spiegata con la logica del pensiero razionale.
Mentre la « maggior parte del cervello è dominata da processi automatici, e non dal pensiero deliberato. Molto più di quello che succede nel cervello è emozionale non cognitivo »(*).
Per risvegliare le risorse straordinarie che ciascuno di noi conserva nello zainetto della propria interiorità occorre pensare in modo diverso all’azione creativa.
La creatività non è un attrezzo o una tecnica. Non è neanche un metodo o un dono.
La creatività è un processo, uno stile di vita, una continua apertura a nuovi sviluppi. Una prospettiva che si nutre della certezza di essere parte di un universo estroso con molta più fantasia di noi.
E allora?
Cosa fare per esprimere la nostra innata, singolare e inaudita creatività?
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Disgreghiamo le opinioni della massa.
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Combattiamo la mediocrità (intesa come sonnolenza della mente).
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Abbracciamo il mistero.
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Superiamo la paura di non essere come gli altri.
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Inventiamo nuove idee.
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Incontriamo la diversità.
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Destrutturiamo l’ordinario.
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Pensiamo con la parte destra del cervello.
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Affamiamo il conformismo e nutriamo il cambiamento.
Certe volte, la creatività può essere pensata come una pianta che da una parte affonda le radici nella fiducia della propria realtà profonda e dall’altra cresce verso l’alto nel costante tentativo di toccare il sole e di esplorare il cielo con la prodigiosa semplicità di agire senza accorgersi di farlo.
(* Gorge Loewenstein – Carnegie Mellon University)
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