Dopo l’insensato rogo contro qualsiasi ipotesi “ribaltonista” ecco che il governo si appresta a ricevere il sostegno da parte di una piccola (ma determinante) armata di trasformisti, che espletano giustamente le loro funzioni senza vincolo di mandato, seppur spinti da famelica cupidigia e dal desiderio di assurgere ad altro (alto) grado rispetto al loro essere signori nessuno.
L’arruolamento della nuova accozzaglia di signori nessuno (destinati a divenire ex-nessuno come molti altri, ma pur sempre nessuno, soggiacenti agli ordini di un unico e incontrastato dominus) punta in varie direzioni: si va dai radicali d’accatto (distanti anni luce da ciò che era e rappresentava, nei miei anni migliori dedicati alla militanza in quel partito, ormai irriconoscibile e trasfigurato), passando per qualche ex di qualcos’altro (ex UDC, ex LEGA, ex PDL, ex PD, ex IDV, ex API, MISTI), attraversando la Südtiroler Volkspartei sempre pronta a puntellare i governi di turno in cambio di concessioni (più fondi al Parco Nazionale dello Stelvio e maggiore autonomia e fondi per la Provincia Autonoma di Bolzano) destinate, magari, a diventare carta straccia, per approdare all’integerrima Italia dei (porta)valori di Di Pietro (non è ben chiaro da quale lotteria paesana abbia estratto tanti candidati ondivaghi).
In sintesi si cercano, ossessivamente, le solite “troie di regime” disposte e pronte a vendersi al miglior offerente.
Poco importa se questo misero Paese rimarrà condannato a restare sotto sequestro da parte di chi ha l’immarcescibile interesse a farsi i cazzi suoi.
Non ci resta che sperare, in quel giorno o nei successivi, nella giusta ed equa decisione della Corte Costituzionale, chiamata – ancora una volta – a sancire se in Italia può e deve esistere e sopravvivere il principio della legge uguale per tutti.
Intanto, buon 14 dicembre a tutti: puritani e, ovviamente, troie di regime.
In attesa di un’Italia migliore.
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