Il respiro del mare e la ciglia

Da Fiaba


Lunedì 18 Aprile 2011 22:14 Scritto da claudiorinaldi

C’era una volta una bambina che viveva in una piccola casa che era a pochi metri dal mare.

La bambina, ogni mattina, si affacciava al balcone per ammirare il mare ed il suo viso era accarezzato dal suo respiro di salsedine.

Il primo giorno di primavera la bambina si affacciò di buon’ora sul balcone ed incominciò ad osservare l’orizzonte dove il cielo ed il mare diventano un’unica creatura della natura. Un improvviso e leggiero fiato del mare sfiorò i suoi occhi color della pece.

La bambina percepì un piccolo dolore all’occhio sinistro: una ciglia era stata rapita dal sospiro del mare. "Riportala immediatamente qui! ”, urlò l’occhio sinistro della bambina. Anche la ciglia cercò di dire qualcosa ma fu fermata dal lieve sorriso del mare. “ Non preoccuparti.

Ti riporterò dal tuo occhio che devi difendere da ogni cosa. Ma c’è qualcosa di più importante che dobbiamo fare. ” La ciglia annuì. Il respiro del mare si allontanò, con la ciglia in groppa, dalla casa della bambina.

Una nuvola grigia e malvagia cercò di far cadere la ciglia nella grande distesa d’acqua salata ma non ci riuscì. Il sussurro del mare accelerò la sua corsa per arrivare su di una sterminata superficie divisa da un lungo filo spinato. “ Dove saremo? ”, pensò la ciglia. Il respiro del mare sorrise mentre uno stelo di luce rischiarava quel tremendo filo spinato. “ Non lontano da qui è nato un uomo che ha avuto una corona di spine. ” La ciglia non comprese mentre il respiro del mare si insinuò tra il filo spinato.

La ciglia fu punzecchiata ripetutamente ma non emise una sillaba di dolore. Incominciò a vedere delle immagini strane. Due popoli che si odiavano e si uccidevano da moltissimo tempo.

La guerra era la padrona assoluta di quella terra. Il filo spinato delimitava la vita di ogni abitante di quelle zone. Il respiro del vento con una capovolta uscì dal quel groviglio spinato mentre la ciglia rimase attaccata ad esso. Il respiro del vento sorrise di nuovo.

Dalla ciglia uscì una piccolissima lacrima che bagnò il filo spinato che magicamente si trasformò in un cordone di fiori di ogni genere. I due popoli lentamente si avvicinarono ai fiori. Erano sbalorditi e lo furono di più quando gli sguardi di ognuno di loro  si incrociarono come le viti d’autunno. Le persone che erano divise da quel nuovo filo incominciarono a fare un qualcosa d’insolito.

C’era chi metteva dei petali di fiori in una bomba e li faceva esplodere; c’era chi sparava delle pallottole di corolle dei fiori; c’era chi toccava il corpo dell’altro dal di là del filo con un gambo di un fiore; c’era chi imprigionava il profumo dei fiori in un ordigno e poi lo faceva espandere nell’aria. La ciglia comprese ogni cosa e chiese al respiro del vento di portarla in altri luoghi simili.

Da quel giorno il respiro del vento e la ciglia viaggiano ancora nel mondo affinché ogni filo spinato si trasformasse in un filare di fiori.