La pratica del riassunto - e’ sempre una questione di karma - si distingue in due opposti, acerrimi nemici: il riassunto preventivo ed il riassunto indotto. Mi spiego. Immaginiamo, con doppio salto carpiato, che i testi scolastici si trasformino all’istante in “bigini”, ossia in quei libretti minuscoli che si utilizzavano in fase adolescenziale sia come sunto, sia come promemoria sotto il banco o nell’astuccio in occasione dei compiti in classe. Ebbene, questa è un’utopia di riassunto preventivo. “Questi sono i fatti e gli spunti salienti, ora a te approfondire!” Immaginiamo che i monumentali tomi scolastici si trasformino, di botto, in bigini. Ciò provocherebbe più effetti di quanto si possa supporre.
Se ciò avvenisse, all’istante quasi tutta la categoria dei professori dovrebbe imparare un nuovo mestiere. Da impigriti spacciatori di tomi, molti maestri e professori dovrebbero trasformarsi loro malgrado in vivaci autori di testi scritti ed orali a beneficio dei propri studenti. Altra conseguenza interessante: crollerebbe il consumo di carta ed inchiostro e si ridurrebbero i relativi effetti sull’ambiente. Certamente qualche colosso editoriale fondato sugli appalti della scuola pubblica, vedrebbe collassare il proprio bilancio di nuove edizioni inutili fatte con milioni di alberi tagliati e milioni di bidoni di inchiostro, ma ogni rivoluzione ha le sue vittime. Amen.
In ciascuna delle ipotesi – ed in molte altre immaginabili - il ruolo dell’insegnante risulterebbe ingigantito rispetto alla situazione attuale e per questo decisamente più impegnativo. Sparirebbe la figura diffusa del “professore mouse” che svolge le seguenti mansioni: scorrere sulla pagina da leggere, cliccare su uno studente che legge bene e svegliarsi quando il giovane entra in stand-by così da attivarne un altro fino al suono della campanella. Sparirebbero i “programmi” ministeriali, sparirebbe l’educazione di regime e sarebbe molto più dura fiocinare i neuroni dei giovani cittadini.
Svariate evidenze che riguardano la gestione dell’istruzione appaiono singolari al punto da lasciar presumere che la diffusione della pratica del riassunto indotto come formula di controllo della mente della popolazione più o meno volontariamente sostenuta dalla categoria docente, sia una triste realtà. Ad esempio l’obbligo d’acquisto di tomi giganteschi, mai definitivi e annualmente ristampati con due virgole ed un punto in più, ma di cui è fondamentale avere l’ultima edizione altrimenti il professore ti guarda male. In particolare testi di matematica, storia, filosofia, letteratura, persino di latino, di cui non si può che avere l’ultima edizione sennò il professore non l’accetta. Una volta aperti i tomi giganteschi, se ne leggono solo alcune parti, scelte dal professore, se va bene la metà del testo o poco più. Alla ridotta parte del volume sopravvissuta viene poi data un’ulteriore spennellata, così da selezionare le frasi fondamentali, i passaggi salienti, come si suol dire, il riassunto.
Il grande problema è un altro: la pratica del riassunto indotto, che è figlia e madre della pratica dei grandi tomi ed acerrima nemica del riassunto preventivo. Il riassunto preventivo – che abbiamo brevemente descritto - ha infatti il grande potere di togliere alimento all’indotto, eliminando i poderosi tomi, potenti alleati di quest’ultimo. In onore al suo nome ed alla sua definizione, vediamo ora come funziona il riassunto indotto, definendone alcune conseguenze nefaste.
Anzitutto questa tecnica allena gli individui, per non dover rileggere più volte mille parole, a focalizzarsi su ciò che spicca e ad assumerlo come oggetto da ricordare, li abitua a memorizzare la punta dell’iceberg. E’ un po’ come l’istinto, attraversando la strada, di concentrarsi sui due fanali che si avvicinano velocemente nel buio e non sul cofano che li tiene insieme e che è destinato sulle tue ginocchia. Ne consegue ad esempio, nella vita quotidiana, che una persona od un fatto appaiano interessanti per la sola ragione che altri ne parlano, non alla luce di cio’ che ne dicono. Nella testa di chi fa propria questa architettura mentale vince il concetto breve, ripetuto, mnemonico. Insomma, basta che se ne parli. La tecnica del riassunto indotto permette quindi a chi dirige le societa’ di creare nuovi fenomeni di costume grazie alla pura sovraesposizione del marchio. Diventa fenomeno ogni punta di iceberg adeguatamente sostenuta da un sommerso di milioni di parole dimenticate. Un personaggio presente in numerosi talk-show televisivi qualsiasi cosa dica, una canzone ripetutamente passata in tutte le emittenti radiofoniche anche se banale, un uomo politico ossessivamente citato o intervistato in telegiornali, giornali, riviste, radio, tribunali. Grazie e nonostante tutto ciò, appunto. Basta che se ne parli.
Alcuni intellettuali e la maggior parte degli adolescenti si sono interrogati se sia piu’ importante essere o apparire, Platone giunse alla conclusione che tutto cio’che appare è una copia piu’ o meno sbiadita di un’idea che, lei sola, è. Oggi le copie sembrano essersi affrancate dall’essenza, apparire ed essere ora convergono fino a sovrapporsi, non sono piu’ alternative ma sinonimi. Ed oltre, l’essenza ha perso d’interesse agli occhi dei piu’, soddisfatti di un’effimera abbondanza di copie sbiadite. Queste ultime, fornite generosamente agli individui per distrarli dall’essenza, hanno perduto la loro unica funzione, ossia di ricondurre ad un’idea originaria. Ormai le copie non servono piu’ a tale scopo bensi’ ad inviare fugaci input che i cervelli in metastasi assimilano in termini quantitativi e non qualitativi. La tecnica del riassunto indotto si introduce in questo percorso involutivo quale strumento utile a fornire un eccesso di informazioni, produrre disinteresse all’oggetto ed assuefazione al soggetto, definire il sunto come punto di arrivo e non di partenza del processo educativo, fondare la conoscenza sul nozionismo e sulla memorizzazione passiva.
La tecnica del riassunto preventivo, al contrario, permette di ridurre a pochi fatti, informazioni, citazioni, la base da cui partire per un approfondimento non omologato e per questo realmente interessante, educativo, libero.
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