"Un film che ti lascia la voglia di leggere il libro ma non la voglia di rivedere il film".Così Massi ieri sera alla Lepre mi raccontava le sue impressioni su Il riccio, il film che ho deciso di vedere stasera. Innanzitutto, ammetto, non ho letto il libro, il romanzo L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, caso letterario del 2006, best seller, 50 ristampe e oltre 600 mila copie vendute. Ma sono curiosissima di leggerlo: il film è davvero commovente, le vite dei protagonisti così intricate e mi è piaciuto il senso di tenerezza che ho provato per loro.Ma andiamo con ordine.Reneè (Josiane Balasko) di mestiere fa la portinaia e ne incarna perfettamente lo stereotipo: è grassa, sciatta e scorbutica, ma i condomini del palazzo di lusso a Rue Grenelle a Parigi per cui lavora ignorano completamente che la loro portiera ha un'anima colta e raffinata, ama il cinema, si interessa di filosofia, di cultura giapponese e ama i grandi classici della letteratura come Tolstoj e Kafka. Nell'elegante stabile, abitato da famiglie facoltose, vive una ragazzina le cui vicende si intrecceranno con quelle di Reneè, la dodicenne Paloma (Garance La Guillermic): perennemente con la videocamera al seguito, Paloma filma il mondo che la circonda, per lo più le vicende degli adulti che le stanno intorno, decisa a non diventare come loro, ovvero come dei pesci in una boccia, al punto che organizza in ogni dettaglio il suo suicidio, che dovrà essere il giorno del suo compleanno. Le paranoie di questa ragazzina mi hanno inquietata profondamente: è troppo sensibile, troppo profonda per sopportare di vivere nella mediocrità come tutti quelli che conosce. A sconvolgere le consuetudini di Reneé e Paloma sarà l'arrivo di un nuovo inquilino nel palazzo: il giapponese Kakuro, un signore tanto misterioso quanto affascinante.Kakuro si avvicina a Paloma e a Reneè perchè interessato, incuriosito da questi personaggi così complessi. Riuscirà a "sbloccare" la portinaia, a farla uscire dalla sua scorza così ruvida e a donarle una nuova luce. Paloma invece capirà, grazie all'aiuto del nuovo vicino, qualcosa in più sulla vita e sull'importanza della stessa.Pare che l'autrice del romanzo non sia stata contenta della riuscita del film, devo leggerlo assolutamente!
"Un film che ti lascia la voglia di leggere il libro ma non la voglia di rivedere il film".Così Massi ieri sera alla Lepre mi raccontava le sue impressioni su Il riccio, il film che ho deciso di vedere stasera. Innanzitutto, ammetto, non ho letto il libro, il romanzo L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, caso letterario del 2006, best seller, 50 ristampe e oltre 600 mila copie vendute. Ma sono curiosissima di leggerlo: il film è davvero commovente, le vite dei protagonisti così intricate e mi è piaciuto il senso di tenerezza che ho provato per loro.Ma andiamo con ordine.Reneè (Josiane Balasko) di mestiere fa la portinaia e ne incarna perfettamente lo stereotipo: è grassa, sciatta e scorbutica, ma i condomini del palazzo di lusso a Rue Grenelle a Parigi per cui lavora ignorano completamente che la loro portiera ha un'anima colta e raffinata, ama il cinema, si interessa di filosofia, di cultura giapponese e ama i grandi classici della letteratura come Tolstoj e Kafka. Nell'elegante stabile, abitato da famiglie facoltose, vive una ragazzina le cui vicende si intrecceranno con quelle di Reneè, la dodicenne Paloma (Garance La Guillermic): perennemente con la videocamera al seguito, Paloma filma il mondo che la circonda, per lo più le vicende degli adulti che le stanno intorno, decisa a non diventare come loro, ovvero come dei pesci in una boccia, al punto che organizza in ogni dettaglio il suo suicidio, che dovrà essere il giorno del suo compleanno. Le paranoie di questa ragazzina mi hanno inquietata profondamente: è troppo sensibile, troppo profonda per sopportare di vivere nella mediocrità come tutti quelli che conosce. A sconvolgere le consuetudini di Reneé e Paloma sarà l'arrivo di un nuovo inquilino nel palazzo: il giapponese Kakuro, un signore tanto misterioso quanto affascinante.Kakuro si avvicina a Paloma e a Reneè perchè interessato, incuriosito da questi personaggi così complessi. Riuscirà a "sbloccare" la portinaia, a farla uscire dalla sua scorza così ruvida e a donarle una nuova luce. Paloma invece capirà, grazie all'aiuto del nuovo vicino, qualcosa in più sulla vita e sull'importanza della stessa.Pare che l'autrice del romanzo non sia stata contenta della riuscita del film, devo leggerlo assolutamente!
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