L'Albatros ci scarica rumorosamente sulla piccola spiaggia di Thyrassia. Affamate come siamo lasciamo che Acquolina, con lei non sbagli mai, ci aiuti a scegliere la Taverna migliore.Gli occhi sono letteralmente aggrediti da griglie cariche di polipi, gamberi, calamari, verdure, tutti girellati e cucinati dai camerieri.Le orecchie sono nutrite dal vellutato brusio della gente che mangia. Scegliamo "Captain John", quello con il tetto blu,quello dove sono sedute le guide,quello che prende la commissione insomma. Il capitano sta dietro il bancone del self service, impegnatissimo a servire noi turisti affamati. Io scelgo i gamberi alla griglia, e mentre li sento sfregolare vedo che la nostra guida squilibrata mangia da sola, mi fa un po' pena, ma poi penso: con una voce così... Abbiamo due possibilità dopo pranzo: avventurarci nel villaggio in cima alla collina raggiungibile solo a dorso d'asino (e già la cosa mi crea un certo disturbo), oppure passeggiare sulla scogliera.Optiamo per la seconda e pian pianino arriviamo fino alla fine del molo . c'è una barchetta che si chiama titanic...c'è la chiesetta dei puffi, tutta bianca e blu. Ci sono due vecchietti che giocano a carte, c'è la nipotina che è venuta a trovare il nonno e lo aiuta a pulire le conchiglione (che poi venderanno al negozio per sette euro),ci sono le casucce con le scalucce, c'è l'acqua trasparente che mi fa annusare le mani e ci sento il mare sopra . Uno scoglio piatto mi guarda di sottecchi: mi sdraio,d'altronde ho bisogno di riflettere su delle questioni importanti, molto molto importanti. Sento in lontananza il richiamo dell'Albatros. Saltiamo via di volata , per un pelo non siamo rimaste lì,Condannate all'assurda solitudine turistica di Thyrassia.