Il rientro nella gehenna

Creato il 08 gennaio 2016 da Massimo Citi

Sì, sono rientrato da qualche giorno, ma sono ancora stupito di come si possa sopravvivere in città.

Vivo in città, grandi e piccole, praticamente dalla nascita, ma non ho mai provato con tale intensità il disgusto per l'aria che ci costringiamo a respirare. L'uso dell'automobile è divenuto in molti casi essenziale o praticamente irrinunciabile, con l'ottimo risultato che siamo noi stessi, vi coacta, a determinare il nostro lento avvelenamento.

Poi, certo, ci sono quelli che risparmiano sulla revisione dei mezzi commerciali, i poveri scemi che sgasano anche quando sono fermi, coloro per cui una grossa auto è una protesi a un'insufficiente personalità o a un'insufficiente intelligenza, ma resta il fatto che sono gli scarichi del traffico privato a contribuire per l'80% allo scarico di particolato fine.

E c'è poco da girarci intorno.

Questo grazioso "mare" che sembra cingere le alpi marittime nel cuneese, è in realtà uno strato di nuvole che giunge intorno ai 1000 m s.l.m. e che per una settimana ha completamente nascosto Pinerolo e Torino, sia di giorno che di notte. Le nubi "persistenti" e l'inversione termica sono un indice di inquinamento da particolato in corso. Ovviamente questo non significa che io ritenessi le nubi basse in questione una produzione degna dell'atmosfera di Venere, ma comunque, viste dai 1350 m. s.l.m., non è che venisse una gran voglia di ritornare in città.

E che non si tratti di un fenomeno passeggero o di breve durata lo si intuisce anche da altre immagini:

La suggestiva "isola" in mezzo alle nubi è un monte appena sopra Barge.

Qui siamo dalle parti di Paesana.

E qui, sotto le nubi, Cavour e Bagnolo Piemonte. In altro, a sinistra Pinerolo. Un po' sulla destra l'Abbazia di Novalesa. Se ci credete.

Ha persino nevicato un pochino, su in montagna.

Qui mia moglie che tapina sotto la neve.

Dopo la neve, comunque, siamo ritornati alla situazione precedente:

Con il sole e una temperatura mite in montagna e la Gehenna giù in città.

Nota a margine, il margine bianco che si vede sui fianchi delle montagne è - di nuovo - formato da nubi basse.

Ho millanta cose da fare sul piano personale e cominciare il lavoro per la prossima ALIA.

Da leggere ed eventualmente editare un paio di racconti.

Da scovare una copertina appena decente.

Compiti da far tremare i polsi, sperando di sopravvivere a questo inverno di scarto.

In chiusura una foto della mia cana che, coraggiosamente, ci ha accompagnato in montagna:

L'espressione è la solita: "O mi porti fuori o mi dai da mangiare. O anche tutti e due"


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