Il rigore di Frau Merkel? In Germania non vale

Creato il 03 febbraio 2014 da Tafanus

Contrordine, Damen und Herren. D’ora in poi in Germania l’età pensionabile minima non sarà più di 67 ma di 63 anni. E non basta: i contributi figurativi riconosciuti alle gestanti che abbiano interrotto l’attività lavorativa vengono triplicati, da uno a tre anni. Il tutto per un onere complessivo stimato in circa 160 miliardi di qui al 2030, che sarà coperto con un aumento dei contributi a carico di lavoratori e imprese oltre che con finanziamenti a valere sul bilancio federale. Il provvedimento dà così attuazione alla più dispendiosa tra le riforme concordate per la Grande coalizione fra Cdu e Spd. In ogni caso, vista dal resto d’Europa, questa retromarcia tedesca sul sempre fragile terreno della spesa previdenziale mette in luce un’evidente contraddizione di comportamento.
Sempre così pronta a reclamare il rigore dei conti pubblici in casa altrui, la sedicente inflessibile Angela Merkel finisce per razzolare in tutt’altra direzione quando si tratti di casa propria. A ennesima conferma dell’ambiguo ruolo che la Germania gioca all’interno dell’Unione europea. Come s’è visto con il salvataggio delle banche tedesche nella crisi greca e si continua a vedere con il rifiuto di Berlino a rimodulare il proprio abnorme surplus commerciale. C’è da chiedersi sgomenti perché sia Bruxelles sia gli altri soci dell’Ue assistano imbelli a simili esercizi di prepotenza (Fonte: Massimo Riva)


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