No, non intendevo *questi* cavalli...
Ed ecco che finalmente l'occasione è giunta.Una spedizione di 13 amiche pazze, che pareva quasi una gita scolastica fuori tempo massimo, alla scoperta di una Vienna anche un po' alternativa, guidate dall' "indigena" locale White Cat, un po' come Re Artù con i suoi Cavalieri della Tavola Rotonda.[Volevo dire come gli Apostoli, ma non voglio suonare blasfema e soprattutto non voglio investirla di responsabilità eccessive, anche se fortunamente lei i 33 anni li ha già superati indenne]E stavolta sì - Vienna non era più arrossata e sfatta dal calore, ed è riuscita a mostrarmi la sua figura elegante, la sua anima elegante e nobile.Evviva le seconde chance!!!
Ma di Schonnbrunn, del Duomo di Santo Stefano, dei palazzi imperiali, del Prater e di tutte le altre location più "classiche" parleremo un'altra volta.Il riscatto di Vienna ai miei occhi è passato non solo attraverso la conferma dei suoi volti più classici, di quell'immagine mentale fatta di crinoline, barocco e musica classica che forse un po' tutti hanno, ma anche e soprattutto alcune sfaccettature un po' diverse ed alternative che mi hanno fatto scoprire lati diversi del suo carattere.E sono proprio queste che voglio condividere con voi.Eccovi quindi 8 cose diverse dal solito da fare in quel di Vienna:[1] Assaggiare una Viennese (o, per gli amici, Schnitzel)Giustamente, la Viennese a Vienna non si chiama Viennese.A Vienna qualunque cosa è viennese, quindi non potete andare in un ristorante e dire "Voglio una Viennese", se no vi risponderanno che avete sbagliato genere di locale, oppure la cameriera penserà che ci stiate provando.Ciò mi ricorda una mia professoressa all'università che non aveva timore di esprimere pubblicamente le sue pulsioni ormonali più fameliche, e diceva sempre che, quando andava al bar ad ordinare un marocchino, sperava sempre che le portassero un aitante maghrebino.Ma via, non perdiamoci in digressioni che non centrano un tubo come al solito.Quello che volevo dire è che a Vienna la cosiddetta viennese si chiama Schnitzel.
La foto non rende giustizia alla sua maestosità...
Per chi non lo sapesse sarebbe una bistecca impanata molto grande e sottile: una milanese passata sotto uno schiacciasassi, ecco.E ora che mi ci fate pensare, a Milano in realtà la milanese si chiama sempre milanese. Quindi cancellate tutto il discorso di cui sopra. Vabbè.Comunque, quando dico "molto grande", intendo proprio "molto MOLTO grande".White Cat ci ha portate a nutrirci di Schnitzel in un posticino adorabile, che si chiama Schloss Concordia e sembra una baita di montagna, ma in piena città. E sembra anche uscito da un'altra epoca, con i grandi specchi patinati, i lampadari a candelabro, le luci soffuse e questa patina un po' d'antan. Un'ambientazione da film, per qualche storia un po' sturm und drang.Beh, comunque, dicevamo della Schnitzel.Qua non te la portano in un piatto, te la portano in un vassoio - un vassoio che si potrebbe usare per servire tartine ad un ricevimento di nozze, o che potrebbe essere utilizzato come pista da pattinaggio per un intero villaggio di Puffi, giusto per rendere l'idea delle dimensioni.Di fatto la bistecca ne occupava "solo" metà, il resto era popolato dall'abbondante contorno (giustamente proporzionato) - ma si tratta comunque di porzioni pantagrueliche.Nonostante il mio stomaco riesca spesso e volentieri a trasformarsi in un pozzo petrolifero (colpa di un trauma infantile causato dall'andare a scuola dalle suore, che ti punivano se avanzavi il cibo perché "i bambini dell'Africa muoiono di fame"), non sono riuscita a finirla.Probabilmente sono pochi i coraggiosi che ci riescono, perché il ristorante offre di impacchettare gli avanzi in una doggy bag.Quindi potenzialmente ci si può sfamare di Schnitzel per una settimana![Schloss Concordia, Simmeringer Hauptstraße 283, 1110 Wien][2] Cenare allo Schutzhaus am Predigtstuhl ammirando la città dall'alto al tramontoE parliamo sempre di cibo, che in fin dei conti fa parte delle gioie del viaggiare.Così come la dieta fa parte delle necessità del ritorno - ma, come si dice, è meglio soffrire per aver amato che non aver amato mai.E io ho amato questa piccola ed accogliente gasthaus sulla collina attorno a Vienna, situata in una zona verde, tranquilla e residenziale.Per raggiungerla con i mezzi pubblici si finisce per fare una bella camminata, che non solo serve a favorire la digestione dei lauti piatti con cui ci si rimpinza, ma permette anche di godere, ad un certo punto, di un bel panorama di Vienna dall'alto.L'ambiente è molto rustico e famigliare, ed il mio gulasch di funghi con knodel gigante era delicato e delizioso.[Schutzhaus am Predigtstuhl, Oberwiedenstrasse 34, 1170 Wien]
[3] Meravigliarsi fra le case popolari dell'HundertwasserhausSe vi dico "case popolari" che cosa vi viene in mente?Solitamente gli architetti che le progettano non hanno modo di concedere troppo spazio alla fantasia, e, anche per contenere i costi, optano solitamente per strutture molto basilari e sobrie. Di sicuro non edifici che si possano suggerire come meta turistica.Ma qui a Vienna, nel quartiere di Landstrasse, c'è una coloratissima e particolarissima eccezione.
[4] Fingere di essere in spiaggia al MuseumquartierIl Quartiere dei Museiconcentra alcuni dei musei cittadini più importanti e prestigiosi.Il Museo di Architettura, la Galleria Leopold (secondo me il più interessante, popolato da opere di Schiele, Klimt e Kokoschka), il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea (che include lavori di Warhol, Picasso e Lichtenstein) e il museo ZOOM per bambini sono tutti qui comodamente riuniti, a pochi passi l'uno dall'altro.
[5] Goticheggiare un po' allo ZentralfriedhofHo sempre considerato i cimiteri monumentali alla stregua di veri e propri musei all'aria aperta.Quello di Vienna non ha il fascino decadente del Pere Lachaise o di Highgate, ma ha una sua personalissima eleganza cupa e drammatica, come un valzer danzato indossando solo abiti da lutto di velluto nero.
[6] Rifarsi gli occhi e le papille da DemelDopo esserci rimpinzati di Schnitzel e gulasch non possiamo certo tralasciare il dessert, giusto?E se dico "dessert" a Vienna immagino che la prima cosa che vi venga in mente sia un'overdose di cioccolato sotto forma di Sachertorte, giusto??Quindi suppongo che vogliate, visto che ci siete, assaggiare proprio proprio quella originale doc, e dunque dirigervi verso l'omonimo Hotel Sacher - dico bene?
[7] Far felice Enzo Miccio alla Kunsthaus WienUn altro museo d'arte, da non confondere con quelli sopracitati nel Museumquartier.Questo si trova accanto all'Hundertwasserhaus, e non solo ne condivide lo stile architettonico creativo e colorato, ma ospita esclusivamente le opere del suo creatore, l'architetto ed artista Friedensreich Hundertwasser.Fino al 5 ottobre il Museo ospita anche la mostra temporanea "SHOEting stars" dedicata alle scarpe nell'arte e nel design.Se vi è mai capitato di vedere, sulle riviste che sbirciate quando andate dal parrucchiere, oppure direttamente alle sfilate di moda, scarpe a forma di Piramide di Cheope, o di spazzolone del gabinetto, e vi siete chiesti che uso possano avere, oltre a comparire nei video di Lady Gaga, ebbene, questa mostra è una risposta.
E se, come me, siete la nemesi di Enzo Miccio, perché il tacco più alto che avete mai indossato è la comoda suola rialzata della vostra scarpa da running, ed avete sempre nutrito una segreta ammirazione per le vostre colleghe che riescono a deambulare con un'andatura financo aggraziata in vertiginosi stiletti da 15, allora potete provare la divertente "Stiletto Challenge", proposta come attività interattiva - ovviamente a rischio e pericolo delle vostre caviglie.Potete scegliere il tacco omicida che più vi aggrada (o meglio, quello che trovate a disposizione nel vostro numero), e poi percorrere i percorsi segnati sul pavimento.Ah, facile - direte voi.Ah, facile - dico anch'io, e con assoluta non-chalance mi sfilo le sneakers e frugo fra le meravigliose calzature che manderebbero in brodo di giuggiole qualsiasi donna normale (e quindi non me), in cerca del mio numero.
[8] Freytag & Berndt ShopEcco, se una "donna normale" va in brodo di giuggiole di fronte ad un negozio di scarpe, io invece ho la stessa reazione nelle librerie.Vedi, in fin dei conti la solidarietà femminile si manifesta anche nel confermare gli stereotipi: cambia solo l'argomento, ma in ogni caso sono sempre i negozi a farci perdere il lume della ragione.La libreria in questione, poi, me lo fa perdere doppiamente perché è totalmente ed interamente dedicata ai viaggi.
[Freytag & Berndt, Wallnerstraße 3, 1010 Wien]