Il rischio sismico in Italia

Creato il 21 maggio 2012 da Fioridilylla @c_venturini

Foto da: www.google.it

Rischio sismico. L'Italia è un paese ad alto rischio sismico. Lo sappiamo tutti, da sempre. In questi giorni, mesi, anni, il terremoto è una costante nella nostra nostra realtà. In quest'ultimo periodo, stiamo vivendo due emergenze sovrapposte: un sisma registrato (Emilia Romagna) e delle scosse di avvertimento (bombe in tutta Italia, suicidi, lettere dalle BR, atti "isolati" di "ordinaria follia"). Colano a picco, più veloci della Concordia, centri storici, centri abitati, diritti umani, sistemi di valori e conti in banca. L'Italia è un paese a elevato rischio sismico. Le sentiamo le scosse di avvertimento?
Brindisi, Ferrara. Città che hanno riempito il week end con le loro tragiche esperienze. Mi mancano le parole, mi riempie la rabbia.
BRINDISI - Siete sicuri che si tratti di "un gesto isolato", di un pazzo dall'aria insospettabile? L'Italia vive un periodo di profonda crisi sociale. Chi di noi non ha mai provato la stanchezza delle "cartelle pazze", delle tasse che aumentano, della disoccupazione ignorata, della vita negata, dei diritti che non riesci a far rispettare, dell'indifferenza complessiva? Chi di noi non si è mai sentito esasperato a tal punto da riuscire quasi a giustificare gli ordigni inviati a Equitalia? Nelle scorse settimane, il timore di attentati verso personaggi pubblici, politici o simboli dell'ingiustizia sociale era una realtà non in discussione. Persino Napolitano si è sbilanciato con inviti alla popolazione. Due giorni fa, "qualcuno" ha deciso di darci una lezione. Sommaria, autentica, precisa. Qualcuno ha deciso che l'Italia andava avvertita. Quindi, il rischio era reale. E' reale. L'Italia andava punita. Redarguita, di sicuro. Così han fatto.
Esiste un luogo migliore di una scuola per avvertire il popolo, per intimorire la gente, per sconvolgere le coscienze e spingere le persone che stanno pensando di "agire" a non farlo? Esiste luogo migliore di una regione imbevuta nella mafia, nei problemi di corruzione politica, di disagio sociale e illegalità allo stato puro per "disperdere le tracce"? Esiste cosa più semplice del creare ad hoc argomenti e fotografie da dare in pasto ai giornalisti affamati di sensazionale, che nulla dicono oltre una scientifica diffusione di angoscia, pornografia della morte? Infondo, noi Italiani andiamo a nozze con la morbosità della catastrofe e riusciamo a sentirci "paese" solo davanti a scorci di calcio e lutti nazionali.
A Brindisi hanno colpito il futuro. Un messaggio lampante. Il mandante (credo che esista) ha scelto un istituto (scuola) professionale (lavoro) dedicata a Falcone (giustizia); ha scelto le ragazze (donne) sedicenni (giovani). Caso vuole che l'istruzione, il lavoro, la giustizia, le fasce sociali più deboli (donne e giovani in primis) siano, oggi, i nostri principali terreni di scontro e i principali motivi capaci di scatenare una guerra civile con i fiocchi, in prospettiva. Caso vuole che hanno colpito proprio i giovani e che - guarda un pò - ne sono andate di mezzo proprio le ragazze. Di norma non credo nei complotti e non mi riconosco nei movimenti femminili comunisti. Però certe "coincidenze" mi colpiscono. Ci vedo un messaggio diretto: italiani, state attenti. Questo è il prezzo. Vi possiamo colpire quando vogliamo, nei punti più strategici. Volete colpire la politica? Bene. Caso strano, "qualcuno" mette tre bombe al bene più prezioso degli italiani: i figli. Tutte coincidenze? Come i black block che distruggono le città, arrivano e scompaiono nel "buoi"? Che paese senza risposte siamo!
Credete davvero che nella fase di preparazione di questo attentato contro lo Stato (realizzato dallo Stato stesso?), il mandante e gli addetti ai lavori non abbiano considerato le telecamere, non abbiano studiato il percorso, non abbiamo valutato ogni singolo aspetto? Se fosse un pazzo scriteriato isolato, tempo poco qualcuno avrebbe trovato il suo volto nei video del post attentato. Avrebbe guardato il risultato. Magari sarebbe persino intervenuto nei soccorsi. Non avremo il colpevole reale e, quasi ci posso scommettere, non avremo un processo reale.
EMILIA ROMAGNA - Quello che mi colpisce di questo ennesimo terremoto è l'evidenza di quanto siamo imbecilli. Per l'ennesima volta, davanti a un evento naturale, la nostra arte viene colpita drasticamente. Perdiamo centri storici. Diciamo addio alla magnificenza del passato. Ma non provate rabbia? Non vi sentite altamente stupidi? Non vi chiedete perché non ci importa di vivere nella realtà (e la realtà dice che la nostra penisola può incorrere in terremoti)? A nessuno delle Belle Arti viene in mente che l'Italia è un paese ad alto rischio sismico e che le costruzioni con secoli alle spalle sono le più fragili e le più bisognose di cure costanti? Vi prego, non ditemi nulla della burocrazia, dei costi o degli impicci. Per me, non sono deterrenti, sono aggravanti. Non esiste una giustificazione valida a sostegno dell'iniqua indifferenza (del nord, del centro e del sud) riservata ai tesori del nostro Paese. L'Italia è un paese stupido. Non ha a cuore la sua forza lavoro, non ha a cuore i giovani, non ha a cuore la ricerca, se ne infischia dell'arte, del turismo e della cultura. Tutti elementi che le permetterebbero di vivere tranquillamente, con PIL interessante.
Rimango colpita anche dalle disparità emerse (una volta in più) con il terremoto. Un 4 Scala Richther in Abruzzo ha prodotto centinaia di morti. Un 6 Scala Richter nella pianura padana emiliana ne ha causati meno di dieci, e non tutti direttamente collegabili al sisma. Dimenticavo: anche in questo caso, lo Stato ha avuto un tempismo perfetto (e agghiacciante). I giorni prima, infatti, abbiamo saputo che non potremmo contare sugli aiuti statali per le ricostruzioni in caso di catastrofe naturale. Il Paese delle coincidenze. Ecco cosa siamo. 

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