Ricordate il famoso ristorante del Senato in cui si mangiava ogni ben di Dio a prezzi da mensa aziendale?
Il caso e’ scoppiato questa estate, con la pubblicazione del menu’ del ristorante e dei relativi prezzi in ogni dove, dai giornali ai social network, sollevando una insurrezione popolare contro i soliti benefici della casta, e bene hanno fatto.
Cosi’ pian piano i prezzi sono stati adeguati a quelli dei piu’ normali ristoranti, con un conseguente calo di coperti per il ristorante in questione. Si sa d’altronde, chi ha i soldi li ha perche’ molto attento all’uso degli stessi, e siccome i nostri politici una volta avuti prezzi “normali” non si sono piu’ sentiti tanto d’elite, stanno cercando miglior luogo dove poter consumare il pranzo, magari a scrocco.
E chi ne fa le spese? ovviamente i lavoratori piu’ deboli, che ieri hanno occupato lo stesso ristorante chiedendo delle risposte ai licenziamenti impartiti dalla ditta che ha l’appalto della ristorazione del Senato.
Forse anche giustamente l’imprenditore che sta dietro questa azienda ha visto in calo gli introiti, anche drasticamente, e quindi ha pensato bene di mandare a casa camerieri e cuochi per rientrare di qualche soldino.
Tipica storia del momento, ci ritroviamo a fare una lotta per le disuguaglianze che ci sono e il piu’ sfortunato e’ quello che paga e ci va di mezzo.
Mi ricorda anche un’altra storia di questi giorni.
In quel di Bacoli hanno abbattuto delle case abusive, e pare che in una di queste ci fosse anche una ragazza diversamente abile. Ora questo non puo’ garantire il fatto di costruire dove non puoi e difenderti con questa scusa. C’e’ voluto uno schieramento di uomini per poter eseguire questa operazione, ma la cosa che trovo incredibile e’ la fiaccolata in difesa del reato, dell’appropiarsi del bene altrui, e anche in questa occasione la frase piu’ gettonata che ho sentito in alcuni commenti e’ stata quella: “vabbe’ con tutto quello che succede…”
Massi