Siediti. Lascia che i pensieri sedimentino da soli; lascia che la mente decanti spontaneamente. Siedi semplicemente, fissando un muro, in un angolo tranquillo, senza far assolutamente nulla. Sii rilassato. Sciolto. Non fare alcuno sforzo. Non andare da nessuna parte. Come se ti dovessi addormentare, pur restando sveglio: sei sveglio e ti stai rilassando, ma tutto il corpo si sta addormentando. Dentro di te, resti attento, all’erta, mentre tutto il corpo entra in profondo rilassamento. I pensieri si acquietano da soli, non è necessario che balzi loro addosso, non occorre che tenti di fermali. Immagina un torrente fangoso… cosa puoi fare, per renderlo limpido? Entrarci e scuoterlo? Non faresti che peggiorare le cose. No, dovresti semplicemente restare seduto sulla riva, in attesa. Non c’è nulla da fare: qualsiasi cosa tu faccia, non faresti che renderlo ancora più torbido. Siedi semplicemente sulla riva. Osserva, con indifferenza e, continuando a scorrere, il fiume porterà via le foglie morte, e il fango tornerà ad acquietarsi: dopo un po’ ti rendi conto che il torrente è tornato a essere limpido. Ogni volta che un desiderio attraversa la mente, il torrente diventa fangoso. Dunque, siediti semplicemente. Non cercare di fare nulla. In Giappone, questo ‘semplice stare seduti’ è chiamato Zazen; ci si siede semplicemente, senza fare nulla. E, un giorno, la meditazione accade. Non è che sia tu a crearla, viene a te. E quando viene, la riconosci immediatamente: è sempre stata presente, ma tu non guardavi nella giusta direzione. Il tesoro è sempre stato presente, dentro di te, ma tu eri impegnato altrove: nei pensieri, nei desideri, in mille cose. Non eri minimamente interessato a quell’unica cosa… e si trattava del tuo stesso essere! Quando l’energia si rivolge alla sfera interiore – è ciò che Buddha chiama parabvrutti: il ritornare della tua energia alla fonte – all’improvviso consegui la chiarezza. Allora, ogni cosa si schiude davanti a te. Fonte: "Iniziazione alla Meditazione" di Osho
Siediti. Lascia che i pensieri sedimentino da soli; lascia che la mente decanti spontaneamente. Siedi semplicemente, fissando un muro, in un angolo tranquillo, senza far assolutamente nulla. Sii rilassato. Sciolto. Non fare alcuno sforzo. Non andare da nessuna parte. Come se ti dovessi addormentare, pur restando sveglio: sei sveglio e ti stai rilassando, ma tutto il corpo si sta addormentando. Dentro di te, resti attento, all’erta, mentre tutto il corpo entra in profondo rilassamento. I pensieri si acquietano da soli, non è necessario che balzi loro addosso, non occorre che tenti di fermali. Immagina un torrente fangoso… cosa puoi fare, per renderlo limpido? Entrarci e scuoterlo? Non faresti che peggiorare le cose. No, dovresti semplicemente restare seduto sulla riva, in attesa. Non c’è nulla da fare: qualsiasi cosa tu faccia, non faresti che renderlo ancora più torbido. Siedi semplicemente sulla riva. Osserva, con indifferenza e, continuando a scorrere, il fiume porterà via le foglie morte, e il fango tornerà ad acquietarsi: dopo un po’ ti rendi conto che il torrente è tornato a essere limpido. Ogni volta che un desiderio attraversa la mente, il torrente diventa fangoso. Dunque, siediti semplicemente. Non cercare di fare nulla. In Giappone, questo ‘semplice stare seduti’ è chiamato Zazen; ci si siede semplicemente, senza fare nulla. E, un giorno, la meditazione accade. Non è che sia tu a crearla, viene a te. E quando viene, la riconosci immediatamente: è sempre stata presente, ma tu non guardavi nella giusta direzione. Il tesoro è sempre stato presente, dentro di te, ma tu eri impegnato altrove: nei pensieri, nei desideri, in mille cose. Non eri minimamente interessato a quell’unica cosa… e si trattava del tuo stesso essere! Quando l’energia si rivolge alla sfera interiore – è ciò che Buddha chiama parabvrutti: il ritornare della tua energia alla fonte – all’improvviso consegui la chiarezza. Allora, ogni cosa si schiude davanti a te. Fonte: "Iniziazione alla Meditazione" di Osho