Un gioco di papercarte
Dalle falde del Vesuvio, Amelia è tornata alla carica per conquistare Paperopoli, più spietata che mai. Dopo un lungo periodo di pausa, la celebre strega-papera ha deciso di tornare in azione e di farlo in grande stile. Per la conquista della città di Paperino e familiari ha deciso di scatenare una potente armata magica composta di numerose creature, meccaniche e non, in grado di combattere e soggiogare l'un tempo tranquilla cittadina.
Questa volta non sembra essere un semplice espediente narrativo per riportare poi tutti sulla retta via e concludere la questione all'insegna dei buoni sentimenti: c'è bisogno di agire e contrattaccare i seguaci di Amelia prima che sia troppo tardi, perché questi non sembrano proprio intenzionati a ragionare in alcun modo pacifico. Paperino e Paperone, loro malgrado, sono i primi a trovarsi a fare i conti con i minion della malvagia strega vesuviana e rimangono subito coinvolti in prima linea nelle battaglie a colpi di... carte da gioco. Sì perché The Duckforce Rises è un gioco di carte collezionabili con elementi RPG, nel quale ci troviamo ad affrontare i nemici in uno scontro strategico a suon di carte in grado di far scaturire attacchi, manovre di difesa, abilità speciali e altro, tutti da dosare e calcolare con il giusto tempismo e parsimonia per cercare di abbattere i nemici che ci si pongono dinanzi. Il concept non rappresenta nulla di estremamente innovativo, ma associato all'universo Disney (per la precisione al mondo di Paperino) potrebbe rappresentare qualcosa di molto interessante, considerando la vasta scelta di personaggi e situazioni da cui è possibile attingere e la planetaria popolarità degli elementi in questione. A dire il vero, questa produzione Sonoma si limita più che altro a svolgere il suo compito senza sfruttare più di tanto un tale potenziale, cosa che rappresenta indubbiamente un peccato, nonostante le meccaniche di base degli scontri e della gestione dei personaggi sono tutto sommato ben strutturate. Il gioco può essere scaricato gratuitamente e contiene micro-transazioni applicate nella maniera ormai più diffusa, con due diversi sistemi di valuta che consentono l'acquisto di vari elementi in-game, entrambi collegati all'eventuale esborso di denaro per velocizzare le possibilità di spesa. L'elemento più invasivo è dato dall'energia che si spende per ogni singolo combattimento e che, una volta esaurita, costringe ad attendere vari minuti per ottenere la ricarica oppure accelerare il processo acquistando nuove celle energetiche con l'oro, ma in ogni caso non si tratta di un sistema particolarmente perverso.
Paper Paperino
Il gioco si limita a proporre una serie di scontri in successione (circa 80 per iniziare, salvo ulteriori aggiunte quasi sicure) inframmezzati dalla possibilità di gestire i propri personaggi e applicare eventuali upgrade, ma la maggior parte del tempo la passiamo sul campo di battaglia, con una progressione narrativa pari praticamente a zero. Lo scontro si svolge a turni tra il party in nostro controllo e i nemici e si basa sulla scelta di carte da utilizzare prese dal proprio mazzo, con tre possibili estrazioni per ogni turno prima di passare la mano agli avversari. Le carte si suddividono in linea di massima in attacchi fisici, abilità speciali e modificatori, questi ultimi in grado di generare momentanee difese o incrementi nel potere d'attacco, oppure di annullare i bonus dell'avversario, lo scopo è esaurire i punti ferita degli avversari e sgomberare così il campo di battaglia. Il meccanismo è basilare ma ben congegnato, con una buona quantità di carte da sbloccare che, sebbene non si riflettano in moltissime situazioni di gioco diverse, offrono quantomeno animazioni assortite e una certa profondità strategica soprattutto nell'utilizzo ragionato dei modificatori, che spesso rappresentano gli elementi cardinali per la vittoria. Ci sono decine e decine di battaglie poste una dietro l'altra e separate da rari dialoghi con Archimede e pochi altri personaggi, in un sostrato narrativo francamente piuttosto lacunoso, che si affida soprattutto a delle belle schermate d'intermezzo e brevi e banali scambi di battute all'inizio degli scontri.
Anche i personaggi giocabili che si possono sbloccare (Paperinik, Paperinika e simili) non espandono più di tanto il party controllabile, salvo ovviamente eventuali e probabili aggiunte applicate in seguito da Disney. Una buona idea è invece l'introduzione di elementi ruolistici che consentono di incrementare le statistiche dei protagonisti investendo i diamanti raccolti in combattimenti nel passaggio verso livelli d'esperienza successivi, che sbloccano nuove carte per il mazzo e migliorano le caratteristiche di attacco e difesa del personaggio. Si tratta di una gestione basilare dei personaggi, che tuttavia contribuisce a creare un senso di progressione che altrimenti mancherebbe quasi totalmente, ed espande le soluzioni di gioco con le nuove carte, linfa vitale in un gioco del genere. Inutile dire che buona parte del fascino e dell'identità di The Duckforce Rises deriva ovviamente dalla caratterizzazione Disney, con personaggi ben modellati e animati in 3D e ottime illustrazioni in 2D poste come intermezzo tra gli scontri. Proprio da questo punto di vista si sarebbe potuto fare certamente di più però, costruendo una storia un po' più strutturata e con un minimo di dialoghi e magari qualche scena d'intermezzo.
Pro
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Meccanica semplice ma coinvolgente
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Solita magia Disney nella caratterizzazione
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Ingresso gratuito
Contro
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Senso di progressione quasi nullo
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Si sente la mancanza di un supporto narrativo
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Meccanica di combattimento non troppo profonda