Italia in ritardo. In ritardo anche sulla densita’ dei collegamenti a banda larga. Per una volta non si tratta dell’effetto combinato di un ritardo delle regioni meridionali e di un allineamento con i valori di altre regioni europee (o di primati continentali) di quelle settentrionali. No. Il ritardo e’ generalizzato. Le regioni meglio piazzate nella graduatoria delle regioni europee sono, a pari merito, Emilia-Romagna e Lazio, dove 38 famiglie su 100 hanno accesso alla banda larga. La peggio piazzata il Molise (18 collegamenti ogni 100 famiglie), appena preceduta dalla Calabria (19 ogni 100).
Per una volta il ritardo italiano accomuna regioni del Sud e regioni del Nord. Singolare la non correlazione fra diffusione della banda larga ed il P.I.L. per abitante: in Lombardia ad esempio, fra le regioni del drappello di testa della graduatoria delle regioni europee per P.I.L. per abitante, hanno accesso alla banda larga solo 36 nuclei familiari su 100, condizione che su questo punto la allinea a regioni europee molto piu’ povere come le spagnole Castilla La Mancha e Region de Murcia.
Regioni a basso reddito come alcune regioni polacche fanno meglio della Lombardia. Anche Lazio ed Emilia Romagna, prime della classe fra le italiane, sono in ritardo rispetto a molte regioni di Paesi dell’Europa Centro-Orientale. Peggiore del valore medio delle regioni italiane e’ solo quello delle regioni greche, bulgare e romene. Se le prospettive di sviluppo economico-sociale si misurano anche sulla base della dotazione di infrastrutture come questa il segnale d’allarme e’ evidente e la necessita’ di investimenti in questo campo un’emergenza. Per una volta non solo ’meridionale’, ma davvero ’nazionale’.
La tabella con i dati sull’incidenza dei collegamenti a banda larga nelle regioni UE si trova a http://www.alessandronapoli.eu/page.php?42.7. I dati sono di fonte Eurostat e si riferiscono al 2008.
(Alessandro Napoli, collaboratore di questo blog, è un economista, esperto di Est Europa).