Eccomi qua a riparlarvi di Paolo Di Canio, questa volta del suo secondo libro: Il Ritorno.Avendo trovato interessante il primo, L'Autobiografia, ho cercato e poi trovato su Ebay quest'altro volume.In queste pagine, l'idolo di West Ham e Lazio, racconta l'intero anno del suo ritorno alla squadra di Roma, dopo la fortunata esperienza nel Regno Unito; la difficile e lunga trattativa, la rinuncia a parte dello stipendio e alla vita e al calcio inglese, la presentazione ufficiale del suo ritorno, il rapporto pesante con Mimmo Caso, la panchina, il gol nel derby, la salvezza raggiunta.Questo libro, rispetto al precedente, ha molto più l'aria da "diario di bordo" in cui sono registrati i diversi fatti accaduti (partita dopo partita), insieme agli stati d'animo (sempre estremi) che hanno accompagnato il campione per una stagione intera.Nei capitoli finali, Di Canio ci vuole illustrare i suoi gusti musicali, le sue idee politiche (a mio parere molto qualunquiste, condivisibili o meno), i suoi pareri sulla religione, sulle droghe, sulle tifoserie.Ne esce un quadro abbastanza delineato della persona; a mio parere molto più interessante la parte sullo sport. Non che il resto sia da buttare: semplicemente, ne L'Autobiografia, il ritratto di Paolo Di Canio viene creato in modo indiretto, la figura dell'uomo appare leggendo fra le righe. Risulta forse più spontaneo e veritiero.In questo invece, c'è più una sorta di botta e risposta e il tutto appare più canonico e scolastico, forse un po' artificioso. Senza ovviamente dubitare di quello che è stato scritto.Il libro è stato pubblicato da Baldini Castoldi Dalai Editore nel 2005.140 pagine per un totale di 13 €.Cercatelo magari in rete, se avete un po' di fortuna risparmiate qualcosa.Una buona continuazione del precedente, consigliato agli amanti dei valori del vecchio calcio.
Eccomi qua a riparlarvi di Paolo Di Canio, questa volta del suo secondo libro: Il Ritorno.Avendo trovato interessante il primo, L'Autobiografia, ho cercato e poi trovato su Ebay quest'altro volume.In queste pagine, l'idolo di West Ham e Lazio, racconta l'intero anno del suo ritorno alla squadra di Roma, dopo la fortunata esperienza nel Regno Unito; la difficile e lunga trattativa, la rinuncia a parte dello stipendio e alla vita e al calcio inglese, la presentazione ufficiale del suo ritorno, il rapporto pesante con Mimmo Caso, la panchina, il gol nel derby, la salvezza raggiunta.Questo libro, rispetto al precedente, ha molto più l'aria da "diario di bordo" in cui sono registrati i diversi fatti accaduti (partita dopo partita), insieme agli stati d'animo (sempre estremi) che hanno accompagnato il campione per una stagione intera.Nei capitoli finali, Di Canio ci vuole illustrare i suoi gusti musicali, le sue idee politiche (a mio parere molto qualunquiste, condivisibili o meno), i suoi pareri sulla religione, sulle droghe, sulle tifoserie.Ne esce un quadro abbastanza delineato della persona; a mio parere molto più interessante la parte sullo sport. Non che il resto sia da buttare: semplicemente, ne L'Autobiografia, il ritratto di Paolo Di Canio viene creato in modo indiretto, la figura dell'uomo appare leggendo fra le righe. Risulta forse più spontaneo e veritiero.In questo invece, c'è più una sorta di botta e risposta e il tutto appare più canonico e scolastico, forse un po' artificioso. Senza ovviamente dubitare di quello che è stato scritto.Il libro è stato pubblicato da Baldini Castoldi Dalai Editore nel 2005.140 pagine per un totale di 13 €.Cercatelo magari in rete, se avete un po' di fortuna risparmiate qualcosa.Una buona continuazione del precedente, consigliato agli amanti dei valori del vecchio calcio.
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