Tg2 Costume e società getta uno sguardo attento alla crescita del Fai-da-te italiano. La nuova tendenza si muove dall’arredamento, alla cucina e arriva anche ai matrimoni. Tutto diventa personalizzato. In tempi in cui il risparmio è d’obbligo, tornano alla ribalta le abilità manuali: sapersi cucire un vestito, ricamare una tenda, costruirsi l’agenda, realizzare da sè i regali di Natale, organizzare un matrimonio tutto con il fai-da-te, dall’abito con stoffa riciclata alle bomboniere, può diventare un’attività oltreché creativa, remunerativa.
È la risposta al bisogno di interpretare la crisi. Fai da te e tutorial sono i master degli italiani, tutto condito dalla proverbiale fantasia nostrana. Idee vincenti e tante, che sbarcano sul mercato. Che il quadro generale dell’economia non sia dei più confortanti ci è chiaro da tempo. I rilevamenti dei più affidabili istituti di ricerca confermano una decisa riduzione dei consumi, che tocca tanto i beni durevoli quanto, addirittura, il carrello della spesa.
Per resistere alla crisi, tante idee originali che passano attraverso il desiderio di imitare i grandi chef della Tv. Nella patria mondiale del buon cibo, gettonatissimi gli accessori casalinghi e le piastre per preparare muffins, ciambelline e qualtaltro per la gola di tutta la famiglia.
Spazio alla creatività e alla manualità anche nell’arredamento. Prendendo spunto dal movimento di Yarn Bombing, una forma di street art molto interessante, e che si sta diffondendo in molte grandi città americane ed europee, arrivano nelle nostre case un vero bombardamento di filati colorati, con un obiettivo preciso, quello di trasformare in bellezza un oggetto caduto in disuso. Così nel salotto di casa a donare nuova vita a una vecchia poltrona, un puff o una cassettiera ci pensano i colori che lasciano tracce al loro passaggio di maglieria artigianale, con il patchwork, l’arte di realizzare, accostando stoffe di diversi colori, fantasie e consistenze, arazzi, trapunte, centrotavola e molto altro.
L’estro poi strizza l’occhio all’ecosostenibilità anche nelle borse di paglia realizzate con sacchi dello zucchero, in Pvc e abbellite con recuperi di stracci. Va di moda il trasandato-chic. Prodotti recuperati anche dalle soffitte della nonna e riproposti nuovi. Opportunamnete anticati con tinte naturali.
Si accende la fantasia anche sulla tavola. Le tinte pastello impazzano, declinate negli oggetti più sfiziosi. Poi, per stupire amici e parenti, con un regalo davvero divertente, niente di meglio di bottiglie, torte e a più piani e perfino orologi, realizzati con semplici asciugamani di puro cotone che nelle abili mani dei loro creatori assumono svariate forme. E per finir, non dimentichiamoci dei bijoux, dove il luccichio, perline, e colori la fanno da padrone. E il gioco è fatto. Orecchini di stoffa, colllier con camei e fiori veri disidratati, congelati in azoto e ricoperti di resine, diventano un dono romantico.
Dietro ciascun pezzo, ore e ore di lavoro, e tanta creatività che hanno fatto del “Made in Italy” l’elemento centrale dell’identità culturale di questo paese. Dire “Made in Italy” significa questo, connotare l’identità del paese come un paese capace di incorporare nella materia e nel prodotto un’alta dimensione estetica.
E il fatto di essere il paese del “Made in Italy”, inteso come un paese che ha un profilo fortemente estetico non va vissuto come qualcosa di effimero, banale e di superfluo: va vissuto come un elemento di forza.
L’Italia deve tornare a essere molto più consapevole della forza economica, sociale e culturale che esprime come paese dell’estetica, della cultura e del gusto.