I metroidvania rinascono grazie a Kickstarter
Chi avrebbe mai pensato, solo qualche anno fa, che Koji Igarashi avrebbe dovuto ricorrere al crowd funding per realizzare il seguito spirituale della serie Castlevania? Nessuno, probabilmente, come nessuno avrebbe mai ipotizzato la sostanziale uscita dal mercato dei tripla A di colossi giapponesi come Konami o Sega, sempre più dediti al mondo mobile. L'industria tradizionale dei videogiochi è in via di disfacimento ed exploit come quelli di Bloodstained: Ritual of the Night sembrano sempre più soltanto romantiche sacche di resistenza a un'onda anomala che sta travolgendo tutto e tutti, trasformando prodotti e fruitori.
Se guardiamo il curriculum di Igarashi - o Iga, per i suoi estimatori - troviamo gioielli di ogni sorta come Detana!! TwinBee, Gradius II e, soprattutto, il corso della serie Castlevania iniziato con il capolavoro assoluto Symphony of the Night, che ha fatto tendenza e ridefinito un genere, anche se negli ultimi anni si è arrestato brutalmente. La sua fuga da Konami l'anno scorso è stata traumatica. Che un certo modello di produzione stia ormai stretto ai grandi publisher è indubitabile, ma vedere i nomi che hanno fatto grande il nostro piccolo mondo di pixel cadere come mosche fa un certo effetto. Così come fa effetto vederli ritornare in forme anomale offrendo non solo nuovi prodotti ma anche il sogno di mantenere vivo un passato che va sempre più dissolvendosi. Sinceramente non siamo stupiti che Bloodstained abbia raccolto più di un milione e mezzo di dollari in meno di ventiquattro ore, visto che davamo per scontata l'esistenza di decine di migliaia di fan della serie Castlevania in tutto il mondo. Meno scontato è riuscire a farvi capire che purtroppo si tratta di numeri ottimi per creare nicchie, non per rilanciare interi settori dell'industria. Vogliamo essere più chiari possibile per non illudervi come fanno altri su favoleggiati rinascimenti, o su crisi di nervi di publisher che vedono prodotti simili ottenere successi incredibili. Compreso che i numeri attuali di prodotti come Bloodstained sono ottimi per studi medio piccoli, cerchiamo ora di capire quali sono le caratteristiche di punta di quello che attualmente è il più promettente metroidvania (o Igavania, per far felice Igarashi) in via di sviluppo per PC, PlayStation 4 e Xbox One, anche se ancora non si è vista una singola immagine di gioco.
Bloodstained: Ritual of the Night - Il trailer di Kickstarter
Igavania
La descrizione concettuale di Bloodstained: Ritual of the Night parla di un platform 2.5D multiscrolling con elementi da gioco di ruolo e un sistema di crafting ancora non approfondito. La trama racconta di Miriam, un'orfana colpita dalla maledizione che sta trasformando la sua pelle in cristallo. L'obiettivo principale del gioco è cercare di fermare la maledizione superando un castello pieno di demoni.
Gli altri personaggi principali, almeno quelli svelati finora, saranno Gebel, prima vittima del cristallo maledetto, colui che sta causando l'arrivo dei demoni sul pianeta, e unico a essere riuscito a sopravvivere agli effetti della maledizione per un tempo così lungo. Ha distrutto la gilda che lo ha creato, quella degli alchimisti, e ha evocato il castello dov'è ambientata l'avventura. Inizialmente il suo obiettivo era dare una casa a Miriam per proteggerla dal progredire della maledizione, ma la cristallizzazione completa del suo corpo gli ha fatto dimenticare il nobile proposito, trasformandolo in un terribile desiderio di vendetta contro l'intera razza umana, che ha finito per coinvolgere anche la ragazza. Johannes, infine, è un membro della distrutta gilda degli alchimisti, nonché migliore amico di Gebel. Fu l'unico a opporsi al piano di evocare e usare i demoni per aumentare il potere degli alchimisti. È stato proprio questo suo rifiuto a proteggerlo dall'inesorabile destino che ha colpito i suoi colleghi, evidentemente a digiuno di narrativa (altrimenti avrebbero saputo che questi piani non funzionano mai).
Storia e personaggi
I cardini del gameplay, come immaginabile visto il genere, saranno l'esplorazione e i già citati elementi ruolistici e sistema di crafting. Il castello di Gebel si esplorerà in modo molto famigliare a quelli che hanno giocato uno dei Castlevania di Igarashi, ossia lo si dovrà scoprire stanza per stanza attivando dei portali che consentiranno viaggi rapidi tra le macro aree che lo compongono.
In questo modo sarà favorita l'esplorazione completa dell'immenso edificio, che dovrebbe essere più grande del castello di Dracula (almeno questo è quanto è stato promesso), senza dover ricorrere troppo al backtracking. Anche gli elementi da gioco di ruolo saranno quelli tipici dei metroidvania: ci saranno punti esperienza da accumulare, crescita dei livelli, oggetti da raccogliere per migliorare l'equipaggiamento e così via. Gli oggetti, come armi e corazze, potranno essere creati anche unendo insieme materie prime rinvenute esplorando il castello e uccidendo mostri. Insomma, a Miriam tornerà utile la sua conoscenza dell'alchimia! Non mancheranno poteri sbloccabili (altrimenti che igavania sarebbe?), ancora non chiariti, e puzzle di varia natura che puntelleranno l'azione. Per il resto di Bloodstained non si sa moltissimo. Certo, ci sono i vari obiettivi secondari sbloccati su Kickstarter che ci promettono un secondo personaggio giocabile (non si sa chi), livelli di difficoltà dedicati ai giocatori più hardcore, la modalità cooperativa locale, la modalità speedrun, in cui vincono i più veloci a terminare alcune sfide, e la modalità boss rush, in cui si potranno affrontare tutti i boss in sequenza. Per ora, comunque, sono solo buoni propositi. Il team di sviluppo sta conducendo anche alcuni sondaggi per decidere ad esempio se Miriam debba impugnare una spada o una frustra.
Rischi
Insomma, tutto è in divenire e di certo c'è davvero poco. L'unica sicurezza è che Igarashi vuole ricalcare il più possibile il modello Symphony of the Night, facendo esattamente ciò che è nelle sue corde, come poi ha avuto modo di svelare in varie interviste.
Questo punto è chiaro anche guardando gli artwork della campagna, che richiamano senza misteri quelli dei suoi vecchi titoli sviluppati in Konami. Per ora, quindi, non ci resta che investire in un sogno, consci però di alcuni rischi. Il primo è dato dalla natura interlocutoria della raccolta fondi. È ovvio che Igarashi li utilizzerà tutti, ma il suo obiettivo è sfruttarla come biglietto da visita per presentarsi dai publisher e ottenere altri fondi. Visto il successo ottenuto e la stampa ricevuta, fatichiamo a credere che avrà difficoltà in questo senso, ma il rischio c'è sempre. Il secondo rischio è che questa voglia matta di realizzare un gioco per i fan lo costringa a una specie di immobilismo creativo. Siamo in molti a desiderare un suo nuovo metroidvania, ma non al prezzo di trovarci con un fan service poco ispirato realizzato tanto per darci il contentino. Certo, allo stato attuale è troppo presto per tirare le somme o dare giudizi di sorta, ma è giusto mettere le cose in chiaro soprattutto a uso di quelli che sono indecisi sul dare o meno i loro soldi. Anche perché c'è da attendere fino al 2017 prima di poterci giocare, quindi non si tratta nemmeno di un investimento a breve termine.