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Il ritorno sugli scaffali di Georgette Heyer con "Sophy la Grande" grazie alla casa editrice Astoria

Creato il 29 luglio 2012 da Lalenene @Irene_Marziali
In questo ultimo post prima della chiusura estiva di Cipria e Merletti, riguardo alla quale vi forniremo ulteriori chiarimenti mercoledì 1 Agosto, vogliamo parlare di questa grande scrittrice inglese che visse e operò nella prima metà del Novecento e che, ultimamente, è stata con nostra gioia riscoperta dal mondo della critica letteraria e dell'editoria: Georgette Heyer.


La donna 
ritorno sugli scaffali Georgette Heyer Georgette Heyer nasce il 16 agosto 1902 a Wimbledon, in Inghilterra, e viene così chiamata in onore del padre, George Heyer. Parte della sua infanzia trascorse a Parigi, in Francia, almeno fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale quando lei, i suoi due fratelli minori George e Frank insieme ai genitori furono costretti a fare ritorno in Inghilterra. Durante la Guerra il padre di Georgette servì nell'esercito inglese - The British Army - in Francia ed in questo periodo cambiò la pronuncia del proprio cognome da "higher" a "hair" perché non fosse preso per un tedesco. George Heyer - che dopo la fine della Guerra venne insignito della carica di "Member of the Order of the British Empire" - aveva sempre incoraggiato i figli a sviluppare la loro cultura tramite la lettura e lo studio tanto che gli era permesso di leggere qualsiasi libro volessero. Georgette fu quella che, dei tre figli, fece maggior tesoro degli sprone del padre immergendosi completamente nella lettura. Ormai lettrice accanita, si ritrovava spesso con le amiche Joanna Cannan e Carola Oman - entrambe divenute scrittrici a loro volta - per discutere dei libri che avevano letto.
L'inizio della sua carriera di scrittrice ebbe luogo all'età di 17 anni quando il padre le suggerì di pubblicare la serie di racconti da lei scritti per intrattenere il fratellino malato. I racconti furono pubblicati sotto forma di romanzo nel 1921 con il titolo "The Black Moth". Secondo la sua biografa, Jane Aiken Hodge, questa sua prima opera conteneva già i tratti che avrebbero poi contraddistinto tutta la sua produzione: "la saturnina guida maschile, il matrimonio in pericolo, la moglie stravagante, un gruppo di oziosi divertenti giovani".
ritorno sugli scaffali Georgette Heyer Nel 1925 sposò l'ingegnere George Ronald Rougier prendendo i due fratelli minori sotto la loro custodia e mantenendoli dopo l'improvvisa morte del padre. Il marito compì molti viaggi di lavoro nei primi anni del loro matrimonio, alcuni da solo ed altri in sua compagnia. Durante l'ultimo di questi, in Macedonia, Georgette fu sul punto di morire a causa di una complicanza durante una visita dentistica, così pretese che entrambi tornassero in Inghilterra. Il marito lasciò il lavoro e nei successivi anni toccò a lei mantenere la famiglia grazie al proprio "mestiere" di scrittrice, perché il marito non trovò più un lavoro stabile e sufficientemente redditizio.
Nel 1959 Rougier divenne consigliere della Regina Vittoria e l'anno successivo, il loro figlio Richard si innamorò di una donna sposata di loro conoscenza, Susanna Flint, e la sposò a sua volta dopo che ella aveva ottenuto il divorzio dal primo marito. Nonostante lo shock e l'imbarazzo relativo alle circostanze in cui l'aveva acquisita come tale, Georgette volle molto bene alla nuora ed al nipotino che le dette.
Purtroppo Georgette iniziò a soffrire di vari problemi di salute e dal 1964 in poi dovette sopportare dieci anni di continue e differenti malattie fino a che il 4 Luglio 1974 morì.
La scrittrice 
Anche se ufficialmente i suoi romanzi appartengono alla categoria dei "romanzetti rosa" da leggere sotto l'ombrellone, tanto da essere chiamata "la Jane Austen rosa", dopo averli letti praticamente tutti posso diffondere alle mie lettrici la mia personale convinzione che i suoi siano puri e semplici romanzi storici.
ritorno sugli scaffali Georgette Heyer Naturalmente, come nell'opera di ogni autore, ci sono quelli meglio riusciti - che hanno il compito di portare avanti la sua memoria di grande scrittrice - e quelli che invece sono piacevoli da leggere ma privi di particolari pregi artistici. Eppure anche i suoi peggiormente riusciti sono migliori di tanti chick-lit o romance oggi in voga che affollano la maggioranza delle borse da spiaggia negli ultimi anni.
Sostengo con forza la mia tesi che non si possa parlare di banali romanzi rosa riferendosi alle opere di quest'autrice perché vi è nella sua scrittura, nella creazione della trama e nello sviluppo dell'intreccio amoroso, nelle descrizioni stesse una leggerezza, un fondo di purezza stilistica e di contenuti che non ha niente a che fare con la brutale ed inelegante carnalità che inzuppa i "romance".
La Heyer riesce a coinvolgere il lettore, farlo emozionare - seppur pacatamente - e divertire, intrattenerlo raccontandogli morbide e caste storie d'amore inserite efficacemente e con naturalezza in una trama più ampia e completa. Non ha bisogno di crude scene di passione o improbabili incontri d'amore - improbabili per il periodo storico in cui sono ambientati tanti harmony ed anche i suoi romanzi, ma anche perché totalmente estranei alla vita reale - per attrarre l'attenzione del lettore e spingerlo a sfogliare una dopo l'altra le pagine nate dal suo talento. 
Ne avevamo già parlato, circa un anno fa, in questo post.
Ecco a voi la lista dei suoi romanzi storici, presa direttamente da Wikipedia.org

Romanzi Georgian-Regency 

Altre ambientazioni
Perché ne ri-parliamo 
La casa editrice Astoria - il cui lavoro apprezzo davvero molto - ha da poco riproposto il romanzo "Sophy la Grande" - che io conoscevo come "L'inarrestabile Sophy" - e Natalia Aspesi, giornalista scrittrice e critica cinematografica e letteraria, ha dedicato a questo evento letterario un articolo su Repubblica del 6 Luglio 2012.
ritorno sugli scaffali Georgette Heyer Noi di Cipria e Merletti vogliamo invitarvi non solo a comprare questo romanzo ma a rintracciare, tramite le librerie online, anche le altre opere della Heyer perché, possiamo assicurarvi, lo meritano davvero. Nei suoi romanzi ritroviamo tutto ciò che racchiude in sé il sapore prettamente Regency al quale siamo abituate e che tanto amiamo, dipinto in un fedele affresco storico-sociale dell'Ottocento inglese con le sue rigide regole di etichetta che regolavano, in particolar modo, la vita femminile, i passatempi e le mode di allora, i ritmi ed i sapori della vita del tempo.
In lei ritroviamo un qualcosa di lontanamente paragonabile alla nostra amata zia Austen perché, sebbene il suo stile non sia neppure vicino a quello che fluiva dalla geniale mente di Jane, ne rievoca le ambientazioni, i riti e gli stereotipi sociali su cui sono costruite le trame ed i personaggi di entrambe anche se con disparità di talento. Mi stupisce che ancora le sue opere non siano state adattate per il cinema o la televisione: sono certa che ne verrebbero fuori prodotti altrettanto pregevoli degli adattamenti austeniani, gaskelliani e di altri autori ottocenteschi come Dickens o Hardy. I romanzi della Heyer sembrano davvero fatti apposta per dar vita a film storici e period dramasChissà che qualcuno non colga il nostro suggerimento! 
Con affetto,
Irene


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