Il Rivoluzionario, Valerio Varesi, Frassinelli. Il nostro libro del cuore della settimana

Creato il 01 febbraio 2013 da Atlantidelibri

 
Un libro tutto bolognese che trabocca di passione per la propria terra, raccontata attraverso la figura del comunista Oscar dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1980, l’anno della Strage alla stazione di Bologna. Passione, ansia di cambiamento e di miglioramento, passando attraverso le speranze del dopoguerra e le disillusioni.
Un libro che segue “anagraficamente” e anche idealmente La sentenza, che raccontava gli anni della Guerra, e che termina agli inizi degli anni Ottanta: la strage di Bologna porrà fine a molte cose…

Sorprende davvero la solidità della prosa, la capacità dell’autore di rendere quello che si definisce un “mirabile affresco” di un’epoca, con sensibilità e con passione. Consigliatissimo!

Bologna (Photo credit: Giasta08)

All’alba della Liberazione, dopo lo scempio della seconda guerra mondiale e quando ancora scorreva il sangue della lotta antifascista, un’intera generazione di uomini e donne ha creduto di poter cambiare il mondo. Ha creduto invano di poter essere protagonista di una rivoluzione poi ricondotta dentro gli argini fragili della dialettica politica tra i partiti.
Ma a qualcuno quegli argini andavano stretti. A uno come Oscar Montuschi, per esempio, che dopo aver combattuto da partigiano a vent’anni, sente il diritto di avere un futuro da protagonista, magari con Italina, la bella figlia del Cavazza, un comunista che ha speso la vita per la causa. Lei, donna concreta, singolare impasto emiliano di etica cristiana e dottrina socialista, è il perno di una famiglia povera ma ansiosa di riscatto sociale che, in una Bologna distrutta, ripone nel più grande partito comunista dell’Occidente, la speranza in un avvenire dignitoso. Ma a Oscar proprio la gerarchia di quel partito, la sottomissione alla realpolitik e i compromessi travestiti da perdono ben presto iniziano a stare stretti.
A lui pare che l’incarnazione dei suoi ideali sia nello spirito cooperativo, in un’organizzazione del lavoro in cui tutti sono contemporaneamente padroni e lavoratori senza più contrapposizione. Un sogno egalitario che Oscar coltiva per la vita intera e che tenta di realizzare nella Bologna della ricostruzione prima, nella Mosca poststaliniana poi e infine nell’Africa rivoluzionaria all’indomani del crollo degli imperi coloniali. Ma il sogno è una chimera che ogni volta si sottrae lasciando una scia amara, una linea d’ombra che il protagonista attraversa solitario sacrificando briciole di cuore e di anima. Dalla guerra partigiana al socialismo reale, fino al terrorismo alle bombe nelle piazze, il gelo della disillusione trafigge Oscar. Per lui la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma un pasto amaro.
Un grande romanzo italiano, il coraggioso e provocatorio affresco della prima repubblica raccontato attraverso le vicende di un uomo comune. Un libro unico, nel quale la storia è raccontata dal basso, in tutta la sua travolgente ineluttabilità. Una storia di uomini e donne che non rivede solo il passato, ma legge con lucidità anche il nostro presente.

Il romanzo di una generazione che ha creduto negli ideali di equità e giustizia. E li ha visti crollare insieme con il più famigerato muro della storia.



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