La prima volta che ho visto Carlo Barbero è stato… in video, naturalmente!
Un lunga intervista ad un giovane gruppo di Genova, tributo ai The Who.Ovvio il contrasto tra un uomo navigato e dei poco più che ventenni, salvo che il più rock di tutti era proprio lui… chiodo nero, occhiali da sole, riccioli in abbondanza - poco importa la spruzzata di bianco - e fisico asciutto da adolescente.Una grande competenza, che ai miei occhi esterni poteva derivare da un know how specifico, frutto di passioni antiche, mai sopite. Ma col passare del tempo ho ritrovato Carlo in decine di situazioni differenti, tra rock, cantautorato, pop, eventi culturali generici, sempre col sorriso sulla bocca, sempre pronto a bloccare il musicista di passaggio per inventare un questionario, sicuro di non recare alcun disturbo, visto il garbo e la fama nell’ambiente, tutte cose che conferisco, alla fine, autorevolezza.L’ho incontrato di persona al FIM 2013, ad Albenga, sempre in coppia con Aldo Snaidero, tra videocamera e microfono, intento a rastrellare ogni spazio possibile. Ma arriva l’imprevisto, ovvero il musicista di passaggio, quello che non ti aspetti, e lui lo blocca senza difficoltà, dimostrando attraverso i sui quesiti di avere conoscenze ad ampio raggio… in fondo non è obbligatorio conoscere la storia di ogni artista che sgambetta sul prato dell'Ippodromo di Albenga!
Lascio a lui il compito di raccontare i suoi propositi, evidenziando che il logo di Rock Up, orgoglio del gruppo, ha preso forma nel laboratorio della paziente Elisa (WWW.elibu.vpsite.it), e... tanti auguri per la vostra nuova avventura!