Il romanzogno

Da Rimmel

IL ROMANZOGNO
… non c’è inizio e fine in un sogno
quindi,
volgo sulla vita e cogno
la mia sorte nel romanzogno…

Senza punti
E il punteggiar di appoggio
Percorrevo un viottolo intenso largo un metro disatteso
Sulla triste e ferma sinistra
La parte destra di un treno affacciato alla vita
I finestrini aperti e vedette di mani avvinghiate su di me
Sul mio prossimo peccato
Sudicio di amore ed intrigante
Nel corpo di una vellutata amazzone
Paura
Tenebre
Inganni
Miraggi di uomini in fila ed in lotta
“ Lei mi guarda”
Entra come sempre nei miei pensieri
“ È la mia donna”
La mia guardia dell’anima che picchetta per me
Ma io avanzo curioso
Su quel viottolo intenso largo un metro a rilento
Le ombre senza mani slittano la mia destinazione
Impediscono il passo e impegnano le mie vergogne
Sul transito di un desiderio ormai incontrollabile
È il mio turno
Sono a un metro dalla porta adultera
La mano sta per abbordare la maniglia
Le difficoltà
Dietro incontrate mi fissano ma poi si annullano
Paura
Ossessione
Soltanto il sesso o il nulla
È la città degli uomini di potere
“ Volgo sulla vita e cogno
la mia sorte nel romanzogno”
Entro e condanno la fedeltà
Prima apprezzando la sua sensibilità
Poi contenendo il racconto nella natura madre da lei lasciata
Lei mi guarda
Mi accarezza in una brezza di accordi
Non disprezza il mio sperma affogato in un infido sessuale
Anzi
Ringrazia i miei occhi azzurri
Mappe di mari perturbati e pervenuti
Oggi è cessato il plauso mio amore
Esco e la folla furiosa è sparita
È naufragata dentro una tempesta di lacrime
Scatenata dal Dio supremo
Verso la sua delusione penetrata in me
Verso l’intrusione nella mia infelicità
Verso la sola paura
“ Era la mia donna”
La mia guardia
del “ guarda che ti amo”
Ma ora mi accompagno nel vento
Privo dello stimato orizzonte
E macchio la solitudine morale
A stento

Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna

L’ideatore creativo,paroliere, scrittore e poeta al leggìo-

“Questo è quel che ricordo di un sogno emozionante realmente sognato in una notte d’inverno
e in modo immaginario e poetico ho voluto descriverlo,
lasciando la libera interpretazione dei concetti al lettore irrazionale.
Come vedete non esiste la punteggiatura perché i sogni sono dentro il nostro spazio
incredibile e infinito, non c’è inizio e fine ma solo scie di versi luminosi.
L’aspirazione è di continuare a scrivere affascinato dalla fantasia
che si completa in me,
interrogando l’immagine irrequieta dell’essere in osservanza.”

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