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“Il rugby degli altri”: Francia-Irlanda, le parole dalla sala stampa

Creato il 16 marzo 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980

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Stade de France (Parigi) – “Complimenti all’Irlanda, ha dimostrato di meritarsi la vittoria oggi e il Sei Nazioni. Il prossimo anno, quello che culminerà con la Coppa del Mondo (Francia e Irlanda sono inserite nello stesso gruppo dell’Italia) andremo a giocare a Dublino e proveremo a vincere. Loro non avranno più Brian O’Driscoll, che chiude oggi la sua incredibile carriera, e forse gli Dei del rugby saranno più benevoli con noi”.

Philippe Sain-André non risparmia i complimenti agli avversari, durante la lunghissima conferenza stampa post-partita, ma ha anche parole di elogio per i suoi giocatori, autori di una prestazione davvero convincente. “Siamo un gruppo giovane, stiamo lavorando bene e sono convinto che i risultati arriveranno. La nostra ultima meta era viziata da un in avanti, ma anche oggi siamo stati penalizzati in alcune occasioni, soprattutto in mischia chiusa, e non sempre le decisioni mi hanno soddisfatto. In generale, però, dopo le critiche che questi ragazzi hanno dovuto subire in settimana sono contento della reazione mostrata oggi. Chiudoamo al quarto posto e l’Irlanda vince il Torneo, ma avremmo potuto finire secondi noi e l’Inghilterra conquistare il 6 Nazioni. Lo scorso anno abbiamo finito sesti, stiamo migliorando e, ripeto, i risultati ci daranno ragione”.

La conferenza stampa irlandese è più breve, circa un quarto d’ora, ma Joe Schmidt e Paul O’Connell sostanzialmente si concentrano su un’analisi in generale del Sei Nazioni dell’Irlanda. O’Connell fa i complimenti alla Francia e si capisce subito che non sono parole di circostanza, perchè ripete lo stesso concetto rilasciato a caldo in campo, durante il giro d’onore col trofeo: “La Francia ha giocsto una gramde partita, sapevamo che non sarebbe stato facile ma siamo riusciti a conquistare una vittoria fondamentale per il nostro Championship. Dopo le durissime critiche che i francesi hanno dovuto subire in settimana ci aspettavamo una reazione, che è puntualmente arrivata. Negli ultimi anni abbiamo creato una mentalità vincente, a Leinster e Munster, e Joe ha saputo portare equilibrio anche in nazionale e fiducia nel gruppo. È bello vincere qui, marcare tre mete, essere capitano nel giorno in cui BOD chiude la sua carriera. Avremmo potuto anche vincere ‘meglio’, abbiamo avuto la nostra dose di fortuna nel finale ma sono convinto che ci siamo meritati il Trofeo”.
Schmidt, invece, dopo le analisi tecniche sul match deve anche calmare gli entusiasmi, quando un giornalista francese – dopo aver elencato tutti i suoi successi negli ultimi anni – cosa si aspetta dal 2015. “Aspettiamo, godiamoci questo successo frutto del lavoro di tutti, dello staff tecnico e dei giocatori, poi prepareremo il tour estivo, anche se adesso è tempo di festeggiare. Sono contento per i ragazzi, dopo la sconfitta contro gli All Blacks all’ultimo minuto non meritavamo un’altra beffa”.

Quando Schmidt si alza, la conferenza stampa continua a lato del palco, mentre fa il suo ingresso nell’auditorium stampa Brian O’Driscoll. The Man himself entra in ciabatte, ma con ancora la divisa addosso, e si accomoda al tavolo, attendendo per almeno cinque minuti che l’head coach termini di parlare coi giornalisti.
Poi, la prima battuta è sulla maglia: “Non sono ancora riuscito a togliermela, la partita è finita da quasi un’ora ma non ho ancora avuto la forza di togliermi la maglia della nazionale. So che sarà l’ultima volta, per questo ci sto mettendo cosí tanto… Sicuramente, qualche lacrima sarà versata dopo, negli spogliatoi, perchè tra il match del 2000 e oggi, ancora a Parigi, ci sono tantissimi ricordi legati a questi colori. La decisione di smettere quest’anno è stata presa dopo aver riflettuto. Non tutti hanno avuto la possibilità di chiudere la carriera con un successo del genere, giocando a questi livelli e per questo posso dire di essere stato fortunato. Ho fatto solo il giocatore di rugby professionista nella mia vita, sono curioso di vedere cosa saprò fare tra qualche mese, anche se all’inizio girerò un pò sperduto per caa!”.
Ha gli occhi lucidi, il grande Drico, e quando si alza per lasciare la sala parte, spontaneo, un applausa da tutti i cronisti presenti.
Quella maglia, la 13 in verde, troverà necessariamente un nuovo proprietario, perchè nel rugby non si può ritirare la divisa e la numerazione è ancora 1-15.
Immaginare l’emozione che proverà chi la vestirà, però, è davvero difficile.


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