Cenerentole....
... e maschi italiani DOC
Come le mie socie sanno, io non credo nelle statistiche. Alla faccia di ALicE, invece, qualche giorno fa l’ISTAT ne ha resa nota una che sostiene che il lavoro domestico grava per il 76.2% sulle spalle di noi donne (davverooooo????). Di positivo c’è che rispetto al 2003 la situazione è migliorata un pochino: vale a dire che gli uomini ci aiutano per l’1,4% in più rispetto a 7 anni fa. E quindi non ci dobbiamo lamentare.
So benissimo che un campione statistico deve essere molto numeroso per essere attendibile. Però vorrei rendere nota un’altra statistica relativa a noi 3 Ragazze: nel nostro caso solo 1/3 dei mariti è un vero tipico maschio italiano così come lo dipinge l’ISTAT. Per i 2/3 invece sono mariti davvero tuttofare.
Il peggio (almeno da questo punto di vista) è toccato a Spicy. Meglio: se l’è scelto Spicy! Lei sgobba tutto il giorno in ufficio e la sera torna stramazzando a casa (sempre dopo essere stata un po’ in giro al servizio delle Figlie). Lui, oltre a non aiutare la povera Spicy, è del modello “mi passi….?” Sembra che abbia il velcro sulla sedia. Schienale compreso. Per cui non si riesce nemmeno ad allungare per raggiungere il sale, la brocca dell’acqua, l’olio… No! Lui è un continuo “mi passi….?”
Gli altri 2 invece li abbiamo trovati Laura e io. Laura in realtà non fa testo perché, come io amo definirla, lei è un uomo di 100 anni fa. Cioè non fa un piffero in casa. Il marito l’accompagna e la riprende dal lavoro. Pulisce, lava, stira e cucina. Oddio, dipinto così sembrerebbe un santo… meglio non approfondire! Laura comunque trova la tavola apparecchiata e la cena pronta. Al massimo provvede a rassettare la cucina (minimo sindacalmente stabilito), quindi torna ai suoi studi, al suo lavoro o ai suoi hobbies (lettura, serie TV e borsa calda).
Il Marito (il mio, s’intende!) invece, lui è Furio. Ve lo ricordate il personaggio di Verdone ultra preciso, al limite dell’ossessività? Ecco, lui e il Marito sono ‘no stampo e ‘na figura, per dirla alla Camilleri. Tanto che le mie invidiosissime amiche lo definiscono chi un santo, chi un marito raro… alcune (le più cattive) un poveraccio, e di conseguenza io ai loro occhi divento una megera. Nulla di più falso. Il mio Furio è orgogliosissimo del suo lavoro in casa: lui manda la lavatrice durante la notte (solo dopo aver controllato le previsioni del tempo), la mattina presto va a stendere il bucato sul terrazzo condominiale e manda un’altra lavatrice. A ora di pranzo torna a casa per ritirare i panni asciutti e stendere la lavatrice mandata la mattina. Alle 18.00 quando torna a casa ritira il secondo bucato. Ma “ritirare” non come lo fareste voi, o io. No. Lui, per facilitare il successivo passo della stiratura, piega accuratamente e scientificamente tutti i vestiti per non farli stropicciare. La mattina dopo si mette la sveglia alle 6.00 e, vestito di tutto punto, in camicia e cravatta, davanti a Mtv (o quel che è) stira i due bucati del giorno precedente. Tanto che la mia sveglia quel giorno è data dallo FFFFSSSSSSSSSS del ferro a vapore.
Per dirvi quanto questa sua strana indole sia indipendente dalla mia volontà, l’altra mattina non lavoravo e volevo cambiare le nostre lenzuola. Timorosissima ho preso l’iniziativa e mi sono azzardata a mandare un bucato. Poi l’evoluzione della mia giornata non mi ha permesso di andare a stendere su in terrazzo e ho osato quindi usare lo stendino in casa (roba da pazzi!!!). Quando il Marito è tornato a casa a ora di pranzo (dopo aver ritirato il bucato n. 1 e si è accorto del mio guizzo di indipendenza, con aria stizzita, nonostante il suo ritardo, ha preso le cose dallo stendino ed è tornato su in terrazzo a stenderle all’aria!
Ma il suo lavoro non si limita a questo, naturalmente. Io, come sapete, cucino come una matta, a volte in modo ossessivo-compulsivo, e lui pulisce tutto il casino che sporco io. E non certo aiutandosi con la lavastoviglie, ma rigorosamente a mano. Questo perché secondo lui tra il tempo impiegato per sciacquare le cose, sistemarle nella lavapiatti, aspettare che si lavino e rimetterle a posto, è sicuramente più veloce farlo a mano. E non ha torto, peraltro!
Quando tocca a me lavare i piatti mi sbrigo a infilare tutto nella lavastoviglie e azionarla prima che lui se ne accorga e me la faccia svuotare… Ovviamente ci pensa lui a rassettare la cucina dopo colazione, pranzo e cena. E quando siamo tutti insieme il venerdì sera a casa di Spicy, dopo mangiato si toglie la camicia e fa la cucina.
Poi ovviamente aiuta a portare e a riprendere i bambini da scuola, dalla piscina, da musica ecc. ecc…
Ma tutto questo lui non lo fa in silenzio. Lui è orgogliosissimo dell’aiuto che dà in casa e quindi lo racconta a tutti nei minimi particolari, suscitando però, come dicevo, i commenti più maligni su di me (come avrete capito, assolutamente non meritati).
L’altra sera infatti mi sono arrabbiata con un’amica che guardandolo con aria compassionevole lo chiamava scuotendo la testa “poraccio”.
Aldilà del fatto che “poraccio” non è perché nessuno lo obbliga a fare quello che fa, credo che le poveracce al contrario siano proprio loro, le mogli del maschio italiano DOCG. Infatti dal momento che nella maggior parte dei casi moglie e marito lavorano entrambi, non capisco perché debba essere considerato giusto che la donna dedichi il suo tempo libero alla famiglia (casa e figli) mentre l’uomo trascorra il suo sul divano. Il Marito e io ci spartiamo equamente il poco tempo libero che abbiamo in modo che ognuno dei due possa andare in palestra o coltivarsi un hobby.
L’altra mattina, al Ruggito del Coniglio si parlava proprio della ricerca ISTAT e il Marito guidando mi spronava a chiamare per raccontare “il mazzo che si fa lui”. Non immaginate come insisteva. Alla fine mi ha convinto (non ci ha messo moltissimo) e ho chiamato raccontando questo episodio.