Un'istitutrice insegna alla propria allieva l'etichetta
ed il comportamento da tenere a tavola.
Charlotte, cara amica di Lizzie in "Orgoglio e Pregiudizio" è l’esempio migliore di come una saggia ragazza di quei tempi basasse le proprie scelte - quando era in grado di farle per proprio conto - sulla razionalità più che sul sentimento. Allontanandoci dal romanzo, infatti, e tornando alla realtà sarebbero state poche le ragazze del ceto sociale di Lizzie o Charlotte che si sarebbero potute permettere di rifiutare Mr Collins che, pur con tutti i suoi difetti, sarebbe stato oggettivamente un buon partito.
L’Ottocento è però il secolo in cui la donna inizia non solo a star stretta nella gabbia molto poco dorata che era il suo ruolo sociale fino a quel momento, ma anche a prendere l'iniziativa nel cercare di cambiarlo. Inizia quindi, sebbene in punta di piedi, il processo di riscatto della borghesia - e non solo - femminile, che cerca di farsi spazio in quel mondo rigidamente, claustrofobicamente maschile e maschilista distinguendosi in ruoli professionali culturalmente di un certo rilievo, fino ad allora destinati esclusivamente agli uomini, che la aiutano ad affrancarsi dalle convenzioni più conservatrici e a rendersi economicamente autonoma.
Uno dei mestieri che garantiva questo processo è proprio quello dell’istitutrice.
Ne abbiamo due famosi e perfetti esempi nei romanzi delle sorelle Brontë: sto parlando di "Jane Eyre" ed "Agnes Grey" ovviamente; ma anche la Mary Finch di Rose Melikan ne "Il codice Blackstone", molte protagoniste dei romanzi di Georgette Heyer, Maria di "Tutti insieme appassionatamente", Julie di "Papà Gambalunga" della Webster, Jo in "Piccole Donne Crescono" della Alcott, Becky Sharp de "La Fiera delle Vanità" di Thackeray e Miss Taylor di "Emma".
Un po' di storia
La figura dell'Istitutrice in Inghilterra nasce ai tempi dei Tudor ed è esclusivamente riservata al mondo dei nobili e delle varie famiglie connesse alla dinastia reale. Nell'Ottocento, invece, con l'incremento di importanza della borghesia nel tessuto sociale britannico, soprattutto dal punto di vista economico - ormai i ricchi erano i borghesi, non i nobili - l'istitutrice fa il suo ingresso anche nelle case alto borghesi. Imprenditori, mercanti, proprietari terrieri possono ora permettersi di affidare i propri figli all'educazione di un'insegnante privato. Addirittura, possedere un'istitutrice, nonché la qualificazione di quest'ultima, diventa uno status symbol, significativo del potere e del benessere economico della famiglia. L'istitutrice assolve inoltre la padrona di casa dal suo ruolo di allevatrice, lasciandola al solo piacere di mandare avanti la casa - qualora non avesse anche una governante - e di dedicarsi ai propri piaceri ed al proprio ruolo di moglie, cose queste che poco spesso andavano di pari passo, ad attività caritatevoli e sociali.
Il termine inglese governess indicava allora sia le insegnanti dei collegi che le istitutrici private, tuttavia noi ci riferiremo solo a quest'ultime, per non fare confusione.
Nell'ambito delle istitutrici private, c'erano varie distinzioni a seconda dell'età dei propri allievi.
Per le ragazze:
- ( dalla nascita ai 5 anni - nurse )
- dai 5 agli 8 anni - nursery governess
- dai 9 ai 12 anni - preparatory governess
- dai 13 fino ai 17, 18 circa - finishing governess orboarding school instructor
Conosciamole ora un po' più da vicino
Erano dunque donne giovani, nubili - a differenza delle nurse, le balie, che invece potevano essere sposate - e, potremmo dire molto genericamente, intelligenti, colte, educate, gelose della propria autonomia conquistata con grande fatica e "con una comune triste storia" alle spalle.
"The Governess" di Rebecca Solomon
Come possiamo vedere, generalmente vediamo le istitutrici
abbigliate di nero, con abiti semplici e acconciature caste e
molto essenziali.
L'istitutrice non faceva parte del personale di servizio ma era considerata un lavoratore subordinato stipendiato dalla famiglia, distinta dalla balia perché il suo lavoro si concentrava principalmente sull'istruzione degli allievi anziché sul babysitting sul soddisfacimento dei suoi bisogni materiali.
Nell'assunzione di un'istitutrice, la famiglia considerava lo stato di salute della ragazza ( che altrimenti sarebbe stata un peso anziché una risorsa ), eventuali referenze, la scuola di provenienza, la formazione, le discipline conosciute ed il grado di cultura ed istruzione.
Un'istitutrice di rispetto doveva essere in grado di insegnare ai propri allievi discipline quali: la lettura e la scrittura, l'aritmetica, la geografia, la storia, la letteratura e/o la poesia e almeno due lingue straniere.
La formazione culturale delle Istitutrici poteva essere frutto di studi privati, tipicamente laddove padri o fratelli erano pastori della Chiesa (Agnes Gray o le sorelle del reverendo St. John Rivers in "Jane Eyre", ma anche le stesse sorelle Bronte), oppure come nel caso della stessa Jane Eyre, frutto di studi condotti in collegi femminili, spesso gestiti dalla Chiesa.
Lo stipendio era modesto ma vitto e alloggio erano praticamente sempre garantiti dalla famiglia, dunque le istitutrici riuscivano spesso a mettere via qualche risparmio o dare un aiuto economico alla famiglia di origine.
Il trattamento riservato a queste giovani insegnanti da parte dei padroni dipendeva molto dalla fortuna che avevano e dunque dall'indole dei padroni di casa. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, spesso erano
"The Governess" di Emily Mary Osborn
Come vediamo dal dipinto, spesso i bambini si
approfittavano dei genitori incolpando le
istitutrici di cattiverie, negligenze e altre menzogne
mettendo quelle povere giovani alla mercé di genitori
arrabbiati, invidiosi, nobili e con la coda di paglia.
Come sempre però esistevano anche le eccezioni a quella che sembrava una tendenza di comportamento generale, come racconta Jane Austen in "Emma", dove troviamo Mrs Taylor non solo come istitutrice di Emma, ma anche amica e confidente, considerata quasi alla pari dallo stesso Mr Woodhouse. Dobbiamo dire, però, che i Woodhouse non sono nobili ma alto borghesi di campagna e dunque questo allevia un poco il peso del divario sociale tra le due figure.
In breve, dunque, abbiamo visto una breve panoramica sulla condizione di queste coraggiose giovani donne, la cui figura e funzione sociale io ammiro molto, che davano un'istruzione ed un sostegno, anche sociale oltre che educativo e, qualche volta, emotivo, a bambine e ragazzine altrimenti lasciate a madri per lo più auto-compiaciute della propria posizione, invidiose, ignoranti, vittime delle logiche maschiliste che permeavano la società, sciocche, innamorate dei figli maschi o concentrate su tutt'altri doveri e piaceri. Compito, non facile, dell'istitutrice doveva essere, sarebbe dovuto essere e, voglio sperare, era quello di aprire la mente a queste povere fanciulle o, per non esagerare, almeno contenere i danni e dar loro un minimo di educazione e curiosità, se non cultura o conoscenza.
Non ci dimentichiamo che una donna colta o anche solo istruita era molto meno utile di una che sapesse ridere, star zitta e fare riverenze a comando. Anzi era fastidiosa...quasi disprezzabile!
Link Utili
http://en.wikipedia.org/wiki/Women's_colleges
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_current_and_historical_women's_universities_and_colleges
http://en.wikipedia.org/wiki/Governess
http://web.archive.org/web/20050308222122/http://www.abc.net.au/westqld/stories/s1220741.htm
http://www.victorianweb.org/authors/bronte/cbronte/govness.html
http://www.victorianweb.org/gender/wadso2.html
http://www.enotes.com/governess-nineteenth-century-literature-essays/governess-nineteenth-century-literature
Con affetto,
Irene