View This PollSabato 30 luglio la Stampa di Torino riportava un’intervista ad un celebre chef romano Filippo La Mantia che avendo un ristorante in Via Veneto, mondanissimo, con 200 clienti al giorno di tutte le nazioni, alla domanda dove trascorreva le vacanze , ha risposto candidamente in una villa a Cefalù con la famiglia.
A parte il posto che è meta turistica, riporto un pezzo delle sue risposte perchè evidenzia ciò di cui qui si è parlato per quasi 1 anno.
” Ho scelto questo luogo perchè ritengo che il vero relax sia rallentare, respirare l’aria della tua infanzia……qui non c’è mondanità, spesa a km zero, dal pescatore al contadino che ha del basilico profumatissimo, i pomidori.. (omissis) la mattina presto al mercato a comprare il pesce fresco..
L’intervista continua e lo chef evidenzia come la vacanza per fare la vacanza, nei luoghi che sono in voga, può produrre più stress di quando siamo partiti.
L’unica cosa che mi rende perplesso è perchè venga definita dal giornalista “rural chic”. Perchè è a Cefalu? Ma se io vado nella campagna dei Castelli Romani trovo ugulamente un paesaggio stupendo (vigne e olivi e vegetazione lussureggiante), prendo la bicicletta e vado a comprare le uova fresche, voglio bere l’acqua bona e la compro ai prati del Vivaro con la mia bottiglia e la riempio io.
Mi fermo a comprare il pesce sulla costa, parlo con i pescatori (magari dicono sempre le stesse cose..il pesce non c’è n’è più!), una vacanza non nel partire per andare nella meta di gran moda ma una vacanza di relazione, di percezione. Il luogo noto, magari natio, va rivisto con calma , le sfumature difficilmente si avvertono se hai poco tempo, se devi vedere per forza il tal monumento. Puoi dire che ci sei stato ok, magari sul come è più difficile.
Però la vacanza del celebre chef definirla un rural chic mi sembra togliere il vero valore di una quotidianità serena e aggiungervi un’esclusiva che è causata forse dal tipo di villa o dall’essere a Cefalù.