Il tuo primo libro “Il risveglio del Fuoco”, pubblicato nel 2012 da Tabula Fati, è un romanzo fantasy che fa parte della serie “La Regina degli Inferi” e che mette insieme tanti elementi intriganti e affascinanti. È una storia originale e senza dubbio magnetica. Spiegaci come è nata nella tua mente l’idea per questa saga e come mai hai deciso di dare vita ad una storia dove la figura della divinità ha un ruolo così importante. Sono sempre stata ammaliata dal malvagio e, quando Morwen è apparsa nella mia mente, ho deciso che la sua sarebbe stata una storia ricca di avvenimenti tragici e guerre mortali. Morwen doveva essere tetra e così seducente da tramortire con un solo sguardo. Doveva essere più spaventosa e inarrivabile delle divinità che la vogliono uccidere. Doveva essere la Dea degli Dèi, nata per essere la Sovrana assoluta. E si è rivelata essere esattamente come volevo… finché non è arrivato Galadir e mi ha suggerito di rendere le cose un po’ più interessanti e maliziose. Avrei dovuto intimargli di stare al suo posto e di lasciarmi scrivere, lo so, ma è impossibile resistergli quando sfodera quel suo maledetto sorrisino sensuale!
Nella tua saga fantasy possiamo notare la presenza di una mitologia ben definita e le divinità compiono azioni le cui conseguenze si ripercuotono sulla Terra degli Uomini. Ti sei ispirata ad una mitologia in particolare per creare la tua? No, almeno credo! È passato tanto tempo, non ricordo tutti i particolari provati mentre scrivevo! È vero che, come mi racconta sempre mia madre, alle elementari la maestra ci leggeva l’Iliade e l’Odissea… Forse il mio subconscio è rimasto talmente affascinato da quelle vicende da spingermi a inserire le divinità nella mia opera.
Morwen è una protagonista sfaccettata e caratterizzata da una personalità forte. Cosa volevi mostrare tramite il suo personaggio? Come mai hai deciso di sviluppare la figura tenebrosa (e forse, nell’immaginario comune, negativa) di una Dea degli Inferi? Non è certo la scelta più ovvia quella di far emergere un’eroina così oscura! Anzi! Ti ha spaventato l’idea di calarti mentalmente nei suoi panni? O ti sei divertita? Con Morwen ho voluto dare la possibilità al ‘lato oscuro’ di avere un ruolo principale e dimostrare che non sempre deve essere il Bene al centro della scena. Adoro i ‘cattivi’ di una storia, e con Morwen ho avuto esattamente ciò che volevo: un leader incontrastabile e l’incarnazione delle tenebre più seducenti. Non ho mai avuto paura di entrare nella sua mente, anzi: mentre scrivevo lo spin-off che racconta i tre anni che lei passa a Nobbis, nel Regno dei Cavalli Alati, ho avuto modo di capirla meglio e di restare ancor più impressionata dall’oscurità che l’ammanta. Scrivere di lei è più che un piacere e, sì, è davvero divertente ‘vederla’ scoccare una delle sue occhiate letali e far tremare coloro che sono così stolti da incrociare il suo sguardo. Se poi anche Galadir è presente… oh, le palpitazioni sono assicurate!
Il mondo fantasy che hai creato è sicuramente una fonte inesauribile di dettagli da cui si possono trarre infiniti spunti narrativi. Infatti, hai già scritto un racconto erotico ambientato in questa terra che riprende le gesta di Morwen. “Assaporare il Fuoco”, pubblicato da Lite Editions, è uno spin-off che racconta la passione tra Morwen e Galadir e che si preannuncia come una storia emozionante e coinvolgente. Qual è il motivo che ti ha spinto ad approfondire maggiormente il rapporto tra i due innamorati? Quando ho scritto La Regina degli Inferi non conoscevo ancora il genere erotico, tuttavia il livello di sensualità era molto alto nei miei romanzi. Volevo che i lettori scoprissero com’è andata davvero la prima notte d’amore tra il Principe e la Regina. Volevo che assaporassero l’intensità del sentimento che li lega.
Passiamo ora al tuo ultimo romanzo “La Promessa del Leone”, pubblicato a Marzo 2013 con Narcissus Self Publishing, e che ha riscontrato già un notevole favore presso i lettori. La storia è ambientata in Tanzania, una località che viene presa poco in considerazione per un urban fantasy. Perché hai scelto di sviluppare le vicende dei protagonisti in una località così esotica e sperduta? Avevo bisogno di panorami mozzafiato e location che fossero d’impatto e rendessero le vicende che ruotano attorno ai protagonisti ancor più forti ed emozionanti. E quale miglior terra della Tanzania? Il cratere del Ngorongoro è stupendo, e perfetto per la vita di un branco di mutaforma. E le cascate del fiume Sanje, dove si svolge una delle scene più toccanti, sono di una bellezza superlativa. Non avrei potuto scegliere una località diversa per il mio romanzo.
C’è stato qualcosa in particolare che ti ha ispirato “La Promessa del Leone”? Un sogno o un evento, ad esempio? Sono stata ispirata da un anime giapponese che mi ha conquistato anima e cuore e che mi ha dato l’input per il triangolo Jamila-Daren-Kenan.
Come prendono vita i tuoi personaggi? E quanto di te c’è in loro? Qual è l’elemento che non deve mai mancare nella costruzione della personalità dei protagonisti delle tue storie? Quando devo creare un personaggio mi baso sempre su persone realmente esistenti, principalmente sugli attori del grande schermo che riescono a trasmettermi quel tipo di carattere di cui necessito. Quanto di me c’è in loro? Be’, io dico sempre «niente!», ma puntualmente mia madre, che mi conosce meglio di chiunque altro, mi smentisce. I miei personaggi sono sempre molto forti, oscuri e tormentati, o determinati, spigliati e divertenti… ce ne sono per tutti i gusti!
Qual è il messaggio che vorresti che i lettori recepissero leggendo i tuoi romanzi? Non ho mai preteso di trasmettere un messaggio, a dire il vero. Mi piacerebbe che chi legge i miei libri rimanesse affascinato e commosso, in qualche modo. Mi piacerebbe lasciare un segno in ognuno di loro, anche piccolo.
Tu hai pubblicato sia con case editrici che con un metodo di autopubblicazione, in entrambi i casi con successo. Sei soddisfatta dell’esperienza di self publishing? Quali sono i principali vantaggi e svantaggi in entrambi i casi? C’è qualche consiglio che vorresti dare a chi vuole intraprendere la via dell’autopubblicazione per veder realizzate le proprie opere? Sono molto soddisfatta del self publishing! Tuttavia, lo sono stata anche collaborando con la Tabula Fati, che mi ha permesso di partecipare a eventi come Il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Pandino Fantasy Books e il San Giorgio di Mantova Fantasy, e di conoscere tanti altri scrittori italiani del genere. Lo svantaggio di pubblicare con la CE è stato che qualche lettore avrebbe preferito la versione digitale de Il risveglio del Fuoco, viceversa qualcuno vorrebbe La Promessa del Leone in formato cartaceo. Il consiglio che do a chi vuole auto pubblicarsi è eseguire un buon lavoro di editing, procurarsi una buona cover e farsi tanta, tanta pubblicità sul web.
Il tuo stile e la tua fantasia sono stati influenzati da un autore o un’autrice in particolare? O da un libro? Sicuramente la scoperta dei romanzi di Keri Arthur è stata illuminante per il mio stile. Il suo è quello che più mi piace, diretto e intenso, che colpisce dritto al cuore. Studiare il suo tipo di scrittura è stato molto istruttivo, specialmente quando mi trovavo a scrivere scene d’azione. Nel momento in cui sono approdata al genere erotico, invece, sono stata stregata dallo stile di Beth Kery, lapidario al punto giusto come quello della Arthur e meravigliosamente descrittivo nei momenti salienti.
Come mai hai intrapreso la strada della scrittura? E qual è la cosa indispensabile alla tua creatività mentre lasci volare l’immaginazione e scrivi i tuoi pensieri? Ascolti un particolare tipo di musica? Scrivere mi rende felice, mi permette di andare avanti quando magari è un brutto momento, è la mia vita. È proprio la musica l’elemento indispensabile quando mi siedo davanti al computer! Tutte le canzoni degli Evanescence sono stati fondamentali durante la stesura de La Regina degli Inferi, mentre per La Promessa del Leone mi hanno ispirata I Remain di Alains Morissette, Run di Leona Lewis, i Nickelback, Hang on di Seether, Dance With The Devil di Breaking Benjamin e Set Fire to the Third Bar di Snow Patro Ft. Martha Wainwright.
Carissima Chiara, ti faccio i miei complimenti e ti auguro di realizzare i tuoi desideri! È stato un piacere parlare con te e dei tuoi romanzi e ti ringrazio per essere stata mia ospite e per averci fatto compagnia! Vuoi salutare i lettori e le lettrici indicando gli ingredienti principali che potranno trovare nei tuoi romanzi qualora decideranno di leggerli e di entrare nei tuoi mondi fantasy? Grazie a te, Monia, mi sono divertita molto! Spero di aver incuriosito i tuoi followers e di aver invogliato coloro a cui piace leggere storie che parlano di amori tormentati e passionali, di scontri epici e battaglie sanguinose, di odio e tenebre, a immergersi nei miei romanzi. Un caloroso abbraccio a tutti! ~*~ Grazie a tutti coloro che si sono fermati a leggere il post e anche a chi ha soltanto dato un'occhiata! Sono felice di aver avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Chiara Cilli e la ringrazio ancora una volta per essere stata mia ospite e averci svelato i suoi segreti professionali! Un bacione a tutti :-) Monia Iori
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