Il salto in sella

Da Renzomazzetti

RENZO IN BICICLETTA.

Nel periodo della dittatura democratica dei governanti giovani sorridenti benestanti, nell’adorazione del sistema mercato del capitale, era normale cambiare partito, formare organizzazioni, movimenti e norme ad hoc, allearsi con chiunque a prescindere delle rispettive opinioni. Il violare un giuramento, la fede, l’impegno, deludere in rapporto all’aspettativa e alla convenienza, deformare volontariamente l’esposizione o l’interpretazione di un evento e di un pensiero non significava tradire. La vita politica era diventata un’apparenza piena di chiacchiere, quella sociale una concreta diffusa disperazione. La non serietà delle classi dirigenti spingeva quasi la metà degli elettori a non partecipare alle votazioni. L’ambizione del singolo personaggio riduceva la popolazione a misero sgabello utile per “il salto in sella”. Una gamba dello sgabello per “il salto in sella” del politico ambizioso erano le “Primarie” le quali, togliendo la segretezza del voto, non erano un voto libero. Le “Primarie”: metafora della democrazia, con la partecipazione anche dei non iscritti a quel partito, sollecitavano azioni politicamente disoneste da parte di altri con organizzate espressioni di voto per il candidato più “conveniente” oppure con una candidatura “civetta” allo scopo presentata. Il trionfo di Renzi fu l’esempio sorprendente. (Ricordo da un racconto di Tirella)

L    A      L   I    B   E    R    T    A’      (parte)

Vorrei essere libero, libero come un uomo.

Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato

che ha di fronte solamente la natura

e cammina dentro un bosco

con la gioia di inseguire un’avventura.

Sempre libero e vitale

fa l’amore come fosse un animale

incosciente come un uomo

compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero

non è neanche il volo di un moscone

la libertà non è uno spazio libero

libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.

Come un uomo che ha bisogno

di spaziare con la propria fantasia

e che trova questo spazio

solamente nella sua democrazia.

Che ha il diritto di votare

e che passa la sua vita a delegare

e nel farsi comandare

ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero

non è neanche avere un’opinione

la libertà non è uno spazio libero

libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.

Come l’uomo più evoluto

che si innalza con la propria intelligenza

e che sfida la natura

con la forza incontrastata della scienza

con addosso l’entusiasmo

di spaziare senza limiti nel cosmo

e convinto che la forza del pensiero

sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero

non è neanche un gesto o un’invenzione

la libertà non è uno spazio libero

libertà è partecipazione.

-Gaber, Luporini-

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