Il salto rapido che c’è in un buon racconto

Creato il 31 maggio 2011 da Libereditor

Adoro il salto rapido che c’è in un buon racconto, l’emozione che spesso ha inizio sin dalla prima frase…
I migliori scrittori di racconti per me erano Isaac Babel, Anton Cechov, Frank O’ Connor e V.S. Pritchett. Non ricordo più chi è che mi ha passato una copia di Tutti i racconti di Babel, ma ricordo benissimo il momento in cui mi sono imbattuto in una riga di uno dei suoi migliori racconti. Me la copiai su un taccuino che a quei tempi portavo sempre con me. Il narratore, parlando di Maupassant e dell’arte del narrare, dice: «Non c’è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto».
Appena l’ho letta la prima volta, questa frase mi ha colpito con tutta la forza di una rivelazione. Era proprio quello che volevo fare con i miei racconti: mettere in fila le parole giuste, le immagini precise, ma anche la punteggiatura più efficace e corretta, in modo che il lettore venisse trascinato dentro e coinvolto nella storia, e non potesse distogliere lo sguardo dal testo a meno che non gli andasse a fuoco la casa. Forse, è un vano desiderio chiedere alle parole di assumere la forza di azioni, ma è ovvio che si tratta del desiderio di un giovane scrittore. Ad ogni modo, l’idea di scrivere in maniera abbastanza chiara e autorevole da coinvolgere il lettore mi è rimasta. t tuttora una delle mie principali ambizioni.

Raymond Carver, Da dove sto chiamando.

Carver è un narratore, ma è prima di tutto un poeta.
Scrive Antonio Spadaro che nella poesia di Carver “la parola quotidiana è tesa al massimo della propria capacità espressiva” e il suo effetto più chiaro “è la capacità di generare una sensazione di intensità legata a gesti semplici”.
“A volte verrebbe da dire alla fine della lettura di una poesia: tutto qui? Quando ci si rende conto che effettivamente è tutto lì, si rilegge il testo e si apprezza che quell’atomo di vita è veramente, in genere, ben capace di generare poesia. Ciò non vuol dire che nelle poesie di Carver non ci siano momenti di aridità. Ci si può chiedere senza risposta il perché di una versificazione che appare inutile, arbitraria, poco efficace. In ogni caso la risposta può essere trovata comprendendo il fatto che le poesie di Carver restituiscono emozioni non in forma pura e distillata, ma attraverso brevi schizzi che tratteggiano piccole situazioni, ricordi, gesti, brevi dialoghi.”


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