Il Sangue del Vampiro

Creato il 27 novembre 2010 da Gloutchov
Harriet è una ragazza giovane, con una rendita di 1500 sterline annue. Viaggia da sola perché non ha amici. Ha vissuto in un convento sino alla maggiore età e, da quel momento, ha deciso di scoprire il mondo. Non conosce però nulla di ciò che la circonda. Non è stata allevata ed educata per entrare in società e il suo carattere, per quanto buono e pieno di curiosità, è pressoché selvaggio e incurante della buona creanza.Siamo nell'ottocento. A Eyst, una località turistica dove la gente benestante ama passare le proprie vacanze. Qui Harriet ha i primi contatti con il mondo e si affeziona a una donna peculiare, grezza, per certi versi affine a lei in quanto incurante dell'educazione british a cui tutti gli altri ospiti si attengono. Si affeziona anche a un comandante dell'esercito, già promesso a un'altra donna, ma abituato alle lusinghe e ad amoreggiare con le giovani disponibili. Però la vita di Harriet è sottoposta a un peso che neppure conosce. Il suo passato, il suo essere. Lei conosce pochissimo di sé stessa e non capisce perché attorno a lei, le persone che le sono più care, si indeboliscono improvvisamente sino a giungere alla morte. Lei è inconsapevole della sua natura... una natura che però non può essere ignorata.
Questo romanzo è coetaneo al più famoso Dracula (Bram Stoker). La narrativa tra le due opere è piuttosto divergente. Qui ci troviamo di fronte a un vampiro empatico (n.d.r. è così che si dice, vero?). Niente morsi sul collo. Niente sangue. Niente pipistrelli. E' sufficiente la vicinanza a uccidere. Il vampiro però non è cosciente della sua natura. E' nato sotto i peggiori auspici, inconsapevole degli orrori provocati dai suoi genitori, e ha vissuto in un ambiente protetto sino a che le leggi non gli hanno... anzi, visto che si tratta di una donna, non le anno concesso di lasciare l'ovile per esplorare il mondo. Lei però non sa nulla di sé stessa, non sa nulla del suo passato, non conosce neppure la propria natura. E' innocente ed è piena d'amore. Lei è veramente affezionata alle persone che uccide e, da qui nasce il dramma. Questo romanzo, infatti, è una storia drammatica e non una narrativa di genere. L'autrice si sofferma sulla vita dell'ottocento, sulla cultura e sul comportamento della società inglese. E' un viaggio in un mondo ben diverso da quello che ognuno di noi si aspetterebbe, è una lettura che potrebbe stupire tutti coloro che acquistano il libro pensando che sia una storia di vampiri. Il contenuto del libro è invece il dramma interiore di Harriet, che lentamente riesce a comprendere quella che è la sua vera natura. Harriet odia sé stessa per ciò che è. Si maledice per il male che provoca alle persone che ama. Ha paura. Soffre. Lotta con i propri istinti e i propri sentimenti. Una donna fragile, e comunque forte. Una lotta interiore delicata ma destinata a non lasciare alcun sopravvissuto sulla sua strada.Per questo consiglio questo libro. Ma lo consiglio solamente a chi è aperto a letture che vadano oltre alle solite belve succhiasangue. Qui c'è la storia di una donna. Non la storia di un vampiro. E' la storia di una donna che scopre di essere un vampiro solo attraverso le morti che lascia dietro di sé. Non ci sarà violenza tra queste pagine. Solo una scrittura delicata come una carezza; un romanzo lento e sinuoso, che conduce per mano sino all'inevitabile realtà. Per certi versi è una storia romantica, di un amore impossibile, senza però scadere mai nella banalità che molti non apprezzerebbero in questo genere di storie.
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