Barbara Serra, durante la sua trasmissione Cosmo (Rai3 ) nel giugno dell’anno scorso, chiese ad un serio giornalista di una seria rivista cristiana: “Perché alle volte il miracolo non avviene e il sangue di San Gennaro non si liquefa?”, e il giornalista rispose: “Questo bisogna chiederlo a Dio”. Ora, io comprendo la domanda di Giobbe sull’eterno problema che assilla l’uomo – la sofferenza del giusto – anche se il patriarca commetteva l’errore di attribuire alla volontà di Dio i mali da cui era afflitto. Comprendo la profondità della domanda di papa Ratzinger al Signore, nel maggio del 2006 ad Auschwitz: «Perché Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto quest’eccesso di distruzione e questo trionfo del male?». Però trovo ridicola la domanda: “Dio, perché alle volte non fai liquefare il sangue di San Gennaro?”. Il pensiero – contraddetto dalla storia e dall’esperienza della vita di tutti i giorni – che Dio possa intervenire nelle vicende umane, è comprensibile, ma che possa intervenire in un’ampolla, è semplicemente assurdo e offensivo, giacché significa considerare il Signore una sorta di mago. Però, se proprio vogliamo osare, allora forse potremmo domandargli: “Dio, perché hai bisogno che il prete agiti, e giri sottosopra l’ampolla? Non potresti, mentre l’ampolla resta immobile, far ribollire il sangue, facendolo risalire lungo le sue pareti?”.
Featured image San Gennaro vescovo e martire Michelangelo Merisi da Caravaggio.
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