Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Film apertamente noir, ma atipico; in cui l’unico personaggio maschile serio è proprio Bogart, tutti gli altri sono comprimari divertenti mentre il protagonista (il sempre ottimo Robinson) si permette diverse battute fuori dal genere classico. L’esperimento è strano e non completamente disdicevole, ma nell’insieme sembra per lo più che non si sappia che via scegliere. Troppo ironico per essere un noir decente, troppo duro e diluito per essere una commedia vera e propria.
La storia poi mi risulta un poco pretestuosa, gliela passo senza problemi per quella sorta di ingenuità che spesso si ritrova nei film anni ’30, ma avrebbero potuto renderla meno laboriosa.
Il dettaglio di maggior pregio del film (e uno dei pochi motivi di vero interesse al di la degli attori e del tema sperimentale) è la regia di Litvak che non si tira indietro nell’uso della panoramica o del dolly, non indietreggia nella regia circense (per l’epoca) che spesso lo caratterizza e che qui si ritrova soprattutto nell’inizio; infine Litvak utilizza la macchina da presa in maniera libera tale da realizzare piccoli piani sequenza costruiti anche su più piani.