Il sapore della sconfitta.

Creato il 09 ottobre 2012 da Enricobo2

dal web - ABC news

Chi ha visto anche solo una piccola parte del confronto televisivo tra Obama e Romney non ha potuto non chiedersi che fine ha fatto l'uomo che infiammava i sogni delle folle e che li ha convinti facilmente quattro anni fa. Gli occhi bassi dello sconfitto, la pronuncia delle buone cose che ha realizzato, dette quasi in sottordine come se fossero cose senza valore e dovute, la mancanza di proclami su un futuro radioso che piace tanto ai votanti, quasi a mostrare una voglia di cedere le armi e non combattere più. Certo, vincere allora dopo otto anni dello sfacelo di Bush, la guerra fatta con pretesti falsi e l'aver precipitato il paese (e il mondo, ma di questo non frega nulla agli americani) nel disastro economico, era cosa facile, avrebbe trionfato anche Bagonghi direte voi. Forse è vero; adesso però bisogna far capire alla massa dei votanti, che come in tutto il mondo, vogliono tutto e subito, che le cose procedono adagio e che per tirarsi fuori dalla cacca bisogna soffrire e non è facile. Bisogna saper fare apprezzare a chi non se ne ricorda, che finalmente gli hai dato una assistenza sanitaria degna del grande paese che vuoi essere, che hai salvato con grande intelligenza l'industria meccanica e automobilistica che era tecnicamente fallita e che adesso è tornata a correre con le sue gambe come è giusto che sia, che l'intervento statale, quando corregge storture anomale di mercato e aiuta l'economia è sacrosanto anche in una economia felicemente liberista, che i disoccupati sono al minimo da quattro anni, tutti successi che sulla carta dovrebbero garantire la rielezione. 
Hai un avversario che fa gaffes in continuazione facendo chiaramente capire cosa pensa della gente comune, che sostiene a man bassa chi, come lui elude in ogni modo le tasse (non le evade, perché lì se no, vai in galera davvero, con la tuta arancione e le catenelle a mani e piedi), che è del parere che chi non ce la fa si arrangi come crede e chi se ne frega, eppure cedi le armi, come se non ne avessi più voglia. Non ho capito se è lui o se ha scelto dei cattivi consiglieri, incapaci di imbellettare l'immagine come serve da quelle parti (e mica solo laggiù), fatto sta che, salvo un deciso rivoltamento della frittata negli ultimi due confronti, la battaglia è bella che perduta. E il povero Benedetto ha fatto tutto da solo, si è costruito con le sue mani anche la sconfitta. L'occhiata che gli ha dato la granitica Michelle alla fine è tutto un programma. Ma che hai combinato sembrava dire. Comunque ormai è sotto in Florida che è, come si sa, lo stato chiave e in Ohio quasi. L'elettorato è così in ogni parte del mondo e forse negli USA ancora di più, se vuoi voti devi raccontargli che a soffrire devono essere gli "altri" e promettere fandonie millantando miracoli. E' la democrazia ragazzo, nel bene e nel male, ogni altro sistema funziona ancora peggio. Però bisogna prepararsi perché la vittoria dello sfidante, per l'Europa sarà un'altra tegola da risolvere.
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