Una speranza? Beh, a questo punto direi proprio di sì. Il Secolo, che da qualche anno, era illegibile per chi ha il cuore veramente a destra, per via della «okkupazione» operata dai dissidenti di Fini, che ormai lo consideravano una cosa loro, forse tornerà nelle mani di chi la destra la fa e non la teorizza, inseguendo Bersani, Rutelli e Casini. Alla direttora, Flavia Perina, è stato dato il benservito dal Consiglio di amministrazione della testata giornalistica, con tanti saluti e un premio di consolazione: la direzione della rubrica D’Altro Canto.
Chiaramente – e non c’era dubbio in proposito – i finiani (Perina compresa) hanno urlato alla vergogna e hanno accusato il PDL di cacciare chi è dissenziente rispetto alla «difesa d’ufficio degli assetti di potere nel centrodestra». E la direttora, nel perorare le proprie ragioni e nell’esporre la propria delusione, precisa: «Personalmente sono orgogliosa del lavoro che ho svolto al Secolo [...] un progetto con pochi precedenti a destra, dimostrando che il nostro mondo sa esprimere molto di più dell’invettiva e della retorica trombonesca che ha caratterizzato tanta stampa di destra».
Ora, mi chiedo quale sia stato il grandioso progetto della Perina al Secolo. Le uniche cose che ho letto da quando il giornale che fu del MSI è finito nelle mani dei finiani è stato solo puro veleno contro Berlusconi e il PDL. Cioè, la solita retorica trombonesca, per riprendere le parole della Perina, ma votate però contro la vera destra, quella rimasta fedele all’eredità del MSI e di AN. In altre parole, Il Secolo era diventato una sorta di doppione de L’Unità, e la Perina un emulo della sua «amica» Concita. Leggere la prima e leggere la seconda non presentava grosse differenze.
Che senso aveva, dunque, per chi era di destra leggere un giornale che un giorno sì e l’altro pure incensava Fini e FLI e attaccava il PDL? Il Secolo, in questa prospettiva, era diventato un vero e proprio organo di partito di Futuro e Libertà, ma pagato dal PDL. Ergo, non poteva durare, e anzi – a mio parere – stava durando anche fin troppo.
Da qui la decisione di «pensionare» l’esperienza di Flavia Perina e affidare la direzione del giornale a qualcun altro (chi ancora non si sa); qualcuno che riporti la barra al centro, o meglio a destra. Che riprenda a informare chi vota destra con una certa correttezza, la quale pur non escludendo anche posizioni critiche nei confronti dell’attuale Popolo delle Libertà (che troppo spesso se le merita tutte), non scambi queste posizioni critiche per quel veleno antiberlusconiano che spesso è trasparito dagli articoli del Secolo, irritando non solo la stragrande maggioranza dei lettori ma anche i lealisti di AN che rimasti nel PDL si sono visti portare via il loro giornale storico da un soggetto politico letteralmente clandestino qual è appunto Futuro e Libertà.
L’occasione comunque è importante. Il Secolo dovrà recuperare la propria dignità di giornale di destra. Dovrà riconquistare i propri lettori persi da tempo, cercando di risanare le ferite aperte dalla gestione dei finiani. Sarà un lavoro duro e personalmente non invidio il direttore o la direttora che se ne assumerà l’onere. Ma noi abbiamo fiducia che il giornale fondato da Franz Turchi torni a essere un vero giornale di destra, e non un foglietto pretenzioso che scimmiottava i giornali radical chic della sinistra.
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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Tags: destra, Fini, flavia perina, flavia perina destituita, fli, franz turchi, il secolo, il secolo d'italia, movimento sociale, msi
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il titolo dice che Il Secolo torna a destra, ma a me non sembra, perlomeno vedendo il Secolo di oggi 23 su google o televideo, ma vediamo domani…
Aspetta e vedrai…