Il secondo sesso e le sue fatiche

Da Giulia13


Girovagando tra i miei libri mi è tornato tra le mani il Secondo Sesso di Simone de Beauvoir“Obbligata” da mia madre aleggerlo a 15 anni. Non che lei fosse particolarmente “femminista”, puttosto una donna intelligente, che cercava di educare i propri figli ad una sana autocritica. Basta soffermarsi sul titolo dell’opera, Il secondo sesso, per chiedersi: esiste una gerarchia tra i sessi? La   risposta è si. Esiste una scala gerarchica tra i sessi per cui si può parlare di un primo e di un secondo sesso. Il primo è quello maschile, il secondo è quello femminile. Ma questo è ovvio. Almeno secondo Simone de Beauvoir, scrittrice e filosofa francese, alla fine degli anni Quaranta. Gli anni quaranta sono passati da un po’ ma, se mi guardo intorno, la situazione è solo marginalmente cambiata. Quanta fatica fanno le donne. Sempre prese da mille attività. Alla fine questa presa di coscienza femminile se, da una parte, qualche piccolo risultato lo ha prodotto, dall’altra ha creato anchedanni. Ha creato l’illusione collettiva che dalle donne si possa pretendere qualsiasi cosa.Oggi una donna che lavora è costretta a fare i salti mortali neanche fosse wonder woman. La vedi portare a scuola i figli, correre al lavoro, magari in pausa pranzo fare la spesa. Poi si torna a scuola, si portano i figli a fare mille attività, perché oggi se non sono super impegnati non va bene, poi si passa alle incombenze familiari e ad un lavoro di cura raramente riconosciuto come tale. Sarà colpa nostra e di come li abbiamo abituati? Magari si. Alla fine basta una mano per contare uomini che portano rispetto. Un rispetto che implica una solidarietà, una comprensione, una risposta, un’attenzione.E'tardi. Devo accompagnare mia figlia a scuola e ricomincia il tourbillon de la vie.

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