Il secondo tempo delle Primavere arabe

Creato il 15 settembre 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

16 SETTEMBRE - Si diffondono come un'epidemia gli attentati e le manifestazione in relazione al video "L'innocenza dei musulmani". Sono infatti seguite molte altre reazioni di risentimento nel mondo arabo dopo quella più o meno premeditata di Bengasi e quella quasi contemporanea del Cairo dove migliaia di manifestanti sono penetrati nell'ambasciata statunitense e ne hanno bruciato la bandiera ,sostituendola con il drappo nero islamico.

Un esempio del contagio avvenuto è l'indignazione che ha avvolto la capitale dello Yemen, Sana'a, dove alla manifestazione anti-americana che ha portato all'incendio delle vetture diplomatiche a ad alcuni morti, si sono aggiunti i tentativi di attentato ai danni di esponenti politici quali il ministro della Difesa Mohammed Nasser Ahmed e il leader del sud Mohammed Ali Ahmed, scampati miracolosamente alle esplosioni degli ordigni.

O il caso del Sudan dove 10.000 musulmani offesi si sono diretti verso l'ambasciata tedesca e verso quella britannica e, abbassando le bandiere straniere, hanno innalzato ancora una volta il vessillo islamico. Una volta punita la Germania per aver autorizzato delle vignette oltraggiose nei confronti dell'Islam, la folla di Khartoum si è spostata poi verso la sede diplomatica di Washington. Dopo l'assalto, la risposta armata dei militari governativi e un morto, l'ambasciata americana, nella serata di ieri, ha potuto far sapere che i manifestanti hanno abbandonato la struttura diplomatica.

In Libano invece la situazione, secondo la Beirut Lbc, sembra migliorare. Le forze governative assicurano di aver circoscritto l'area delle violenze che nei giorni scorsi avevano portato all'incendio di numerosi ristoranti e fast-food di catene americane e a scontri con la polizia con un bilancio di 25 feriti e 1 morto.

Peggiora invece Tunisi dove lo scenario è sconcertante. Con colonne di fumo nero, marine americani sui tetti dell'ambasciata, dimostranti che cercano di superare il muro di cinta, urlando slogan anti-americani e anti-israeliani e stringendo bandiere nere, con il risultato, ancora da confermare, di 3 morti e 10 feriti. Secondo l'agenzia stampa Tap, è stata bruciata in questi giorni anche una scuola statunitense presente sul territorio tunisino.

Sembra mantenersi su toni poco pacati, con le grida e con gli slogan che si scagliano contro la nazione delle stelle e strisce, anche la manifestazione di venerdì a Teheran, tenutasi dopo l'uscita dalla preghiera islamica davanti all'ambasciata svizzera, che rappresenta gli interessi americani nel paese.

A Jos, città della Nigeria centrale, gli echi della protesta hanno, nel frattempo , risvegliato gli odi delle comunità musulmane che da anni convivono con quelle cristiane e hanno costretto la polizia ad aprire il fuoco per disperdere la manifestazione islamica scaturitavi.

Sempre di natura religiosa sono le rivendicazioni che hanno spinto un gruppo di uomini armati ad assalire una scuola e una chiesa cattolica a Zinder, una città del Niger, costringendo i religiosi e i civili a fuggire nella canonica. La situazione è stata poi gestita dalla polizia locale ma suscita preoccupazione a molti la manifestazione programmata per sabato nella capitale, Niamey.

" [...] L'errore generale è stato considerare le cosiddette Primavere arabe come un punto d'arrivo, mentre si trattava di un passaggio che non si è ancora concluso". Questa una parte della riflessione di Paolo Branca, docente di Islamistica presso l'università del Sacro Cuore, in riferimento a quanto sta accadendo nelle piazze del Medio Oriente e del Nord Africa.

Ad oggi le avvisaglie sono sempre più chiare. Le Primavere non sono riuscite ad esaurirsi in un processo, talvolta poco convinto, di democratizzazione. O, forse, semplicemente hanno deciso di farsi sostituire da un nuovo inverno islamista. L'unica cosa che ci si deve augurare è che non sia un inverno troppo rigido.

Miryam Scandola

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