La sceneggiatura deve affrontare qui un nodo spinoso che consiste nel ritrarre la donna mentre l'attenzione collettiva è ossessionata dall'idea di colpevolezza e dunque il pubblico è "distratto". In particolare, rimane un po' in penombra il ruolo odioso di Lily (Ruth Sheen), mediatrice tra Vera e le ragazze e colpevole di un mercato nero dell'aborto illegale di cui la protagonista appare all'oscuro. Tale attenzione al bilancino dei dettagli è senz'altro comprensibile, però purtroppo sfoca il problema del film. Con il defilarsi di Lily, con l'insistere su personaggi marginali come quello del futuro genero di Vera, Reg (un superlativo Eddie Marsan), con il montare della rabbia, se si vuole, è anche vero che si perde qualcosa di vitale. È vero, è l'Inghilterra dell'immediato secondo dopoguerra e si può far ricorso a tutti i rottami di vittorianesimo che si vuole a meno di tre anni dall'elezione di Elisabetta II, ma Il segreto di Vera Drake finisce con il non essere più neanche un film sull'aborto, quanto sul segreto... e su un segreto di Pulcinella, data la frequenza del reato di aborto clandestino. Si capisce bene che ciò depotenzia l'entusiasmo, il tifo dello spettatore, che si sente un po' disorientato e tradito. Nulla da ridire sugli interpreti e sulla realizzazione, come film "in costume" funziona ed è (forse prevedibile, ma) garbato. Però, ahinoi, il nodo rimane irrisolto e le soluzioni non giustificano l'impegno (oltre due ore di film). Anche a voler "solo" raccontare una storia, ci si aspetta che l'impegno morale al quale ci si appella si saldi con una narrazione efficace che qui manca.
La sceneggiatura deve affrontare qui un nodo spinoso che consiste nel ritrarre la donna mentre l'attenzione collettiva è ossessionata dall'idea di colpevolezza e dunque il pubblico è "distratto". In particolare, rimane un po' in penombra il ruolo odioso di Lily (Ruth Sheen), mediatrice tra Vera e le ragazze e colpevole di un mercato nero dell'aborto illegale di cui la protagonista appare all'oscuro. Tale attenzione al bilancino dei dettagli è senz'altro comprensibile, però purtroppo sfoca il problema del film. Con il defilarsi di Lily, con l'insistere su personaggi marginali come quello del futuro genero di Vera, Reg (un superlativo Eddie Marsan), con il montare della rabbia, se si vuole, è anche vero che si perde qualcosa di vitale. È vero, è l'Inghilterra dell'immediato secondo dopoguerra e si può far ricorso a tutti i rottami di vittorianesimo che si vuole a meno di tre anni dall'elezione di Elisabetta II, ma Il segreto di Vera Drake finisce con il non essere più neanche un film sull'aborto, quanto sul segreto... e su un segreto di Pulcinella, data la frequenza del reato di aborto clandestino. Si capisce bene che ciò depotenzia l'entusiasmo, il tifo dello spettatore, che si sente un po' disorientato e tradito. Nulla da ridire sugli interpreti e sulla realizzazione, come film "in costume" funziona ed è (forse prevedibile, ma) garbato. Però, ahinoi, il nodo rimane irrisolto e le soluzioni non giustificano l'impegno (oltre due ore di film). Anche a voler "solo" raccontare una storia, ci si aspetta che l'impegno morale al quale ci si appella si saldi con una narrazione efficace che qui manca.
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