IL SENSO DI COLPA (post ad alto contenuto di lagne)

Da Mammapiky @mammapiky
Ho sempre amato lavorare, ho iniziato hai tempi della scuola, durante le vacanze estive, e non ho più smesso. Ho fatto un po' di tutto ma con le idee ben chiare su dove volevo arrivare. Amo il lavoro non solo per l'indipendenza economica che ti da ma anche e soprattutto perché ci aiuta a definire la nostra posizione sociale nel mondo. Il lavoro di ognuno di noi è di utilità per tutti e questa secondo me, è la più grande soddisfazione e lo spirito che mi muove in ogni cosa che faccio, anche qui nel blog o nel sito di Umbria for mummy. Non ho mai sbuffato lavorando, anzi ho sempre ringraziato il cielo di poterlo fare, anche se non sempre era il lavoro dei sogni ed anche quando era mal pagato o non pagato affatto. Le persone che mi conoscono mi vedono come una donna in carriera e mai mi saprebbero immaginare in altro modo e, anche se io non ho mai cambiato idea sull'argomento, oggi la vedo in modo un po' differente. Non ho mai pensato seriamente di smettere di lavorare, sarebbe da incoscienti e un insulto per chi un lavoro lo vorrebbe e non l’ha, oltre a ciò uno stipendio solo non basta e occorre il contributo di entrambi. Tuttavia ora il mio ruolo sociale nel mondo è quello di "mamma" e staccarmene significa vivere perennemente con i sensi di colpa a fianco.Li ho divisi in categorie per provarli a gestire meglio.
Sensi di colpa verso i figli: la loro giornata la passano in parte all'asilo e in parte con i nonni. Questo vuol dire vederli crescere a tratti e assistere a racconti di esperienze nuove a cui noi non abbiamo partecipato. Significa regalargli qualche ora la sera che, visto la stanchezza, non è sempre di qualità, concentrare tutto nel week end e a volte cercare di colmare l'assenza con qualche "si" di troppo e di sicuro poco educativo. Spesso significa anche non esserci quando stanno male, perché non sempre puoi concederti l'assenza dal lavoro e allora sarà qualcun altro a curarli per noi. Queste considerazioni sono tristi, c'è poco da fare, i tuoi figli che piangono quando te ne vai o ti ricordano che "Sei sempre al lavoro", ti mettono di fronte alla verità nuda e cruda e specchiarsi non sempre è piacevole. Con questi sensi di colpa io vivo piuttosto male, ovvero non mi sono abituata ne, credo di riuscirci in futuro. A nulla valgono le motivazioni, tra l'altro valide, che mi do. Mi dispiace di non esserci, punto.
Un po' meno angoscianti, ma pur sempre presenti sono poi i sensi di colpa nei confronti dell' Ipernonna che ha la SUA giornata scandita dai MIEI impegni. Lei si mette a disposizione e anche se lo fa con il cuore, a volte, la sera, la vedo stanca e mi dico che me ne sto approfittando che devo organizzarmi meglio per sollevarla più possibile da questo compito. So che lei, come me, cerca di non ammalarsi perché se dovesse capitare, saremmo tutti nei guai e, di fatto, nelle rare volte in cui è capitato, si è quasi scusata! Diciamo che con lei ho un conto aperto perennemente in rosso, saldarlo sarà impossibile ma voglio organizzarmi per lo meno per un rimborso a rate.Questione delicata: il Principe. Qui la volontà di risarcirlo del tanto tempo sottratto non basta, la realtà è che a mancare è proprio il tempo per farlo, ed essere solidali e capirsi l'uno con l'altro, aiuta sì, ma non può essere una scusante. Diciamo che ci "accantoniamo" a vicenda troppo spesso, però ci guardiamo da lontano pensando "Quanto è bella quell'entità lì". A guardarmi intorno capisco che la situazione è comune e che man mano che i figli cresceranno, riusciremo a "raccattare" qualche momento in più.
Per ultimo ci metto anche i sensi di colpa verso il lavoro, la casa e me stessa. Non riuscire a fare tutto, subito e al meglio, non è da me. Volermi dedicare qualche ora e non riuscirci, mi fa sentire trascurata, avere un numero indefinito di lavatrici in attesa mi fa sembrare non adatta, di sicuro imperfetta in tutte le sfaccettature. Però mi ritengo anche una pratica e se ravviso un problema io so che devo risolverlo, i sensi di colpa dipendono principalmente da come ho organizzato i tempi, evidentemente sbagliando.
Raccontatemi come fate voi, come vi organizzate, le strategie che usate, insomma tutto ciò che vi viene in mente e proverò a correggere il tiro.

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