Il senso di un’insensatezza (fuori tema)

Da Francibb @francibb

Sono in autobus e dietro di me c’è seduto un uomo.
Biascica, bisbiglia, si tiene compagnia raccontandosi chissà quali storie consolanti. Credo.
Lo ascolto e sì: non vi è livore nel suo sussurro.

Fa tiepido dietro i finestroni e così mi cullo ad ascoltare le sue narrazioni. Un gioco musicale, una stimolazione sensoriale, una stereotipia.  Mi perdo a farfurgliare anch’io parole in bocca e a sorridere. Per chilometri di strada rincorro alberi che fuggono via con tutte le metriche possibili per “sussurro, bisbiglio, biascichio, mormorio, borbottio, brontolio…lamento”.
Lamento no. Non ha armonia, non dà l’immagine.

Si ingrana la stereotipia quando non si ha niente da fare, quando l’ambiente non è ricco, quando non vi sono proposte alternative, quando si è in difficoltà, quando si è socialmente isolati.
Gli animali nei circhi e negli zoo, le cavie da laboratorio, i cani a catena, gli animali negli allevamenti, i cavalli nei box  con il loro disperato repertorio di mutilazioni, dondolii, i ticchi d’appoggio, balli dell’orso (ho orrore nel sapere perché si chiami così).

Ma cosa manca nella vita di quest’uomo dietro di me? O cosa si è innestato?

E cosa manca nella mia?
Di che si è contaminata se non trovo meglio da fare che scrivere con gli occhi versi di improbabili poesie onomatopeiche sui finestrini della Linea 3 urbana?

Questa stereotipia, la mia, la sua, serve.

Come serve stare lontani dai funghi se non li si conosce, dagli alimenti blu e dai precipizi.
Mortificati di psicofarmaci per zittire la bizzarra compagna, compiremmo atti più insensati rispetto a quelli che facciamo vivendo in sua compagnia. Non serve esperire i funghi, il blu e i precipizi, lo sappiano già per impronta atavica. E pregiudizio e stereotipia.

Una trappola pensare che la mia complice sia più dignitosa di quella che ispira questo borbottio senza senso alle mie spalle. Cadrei anch’io in uno stereotipo, parola che eccede di significati e che mi aprirebbe con facilità ad altri calembour senza alcuna utilità.
Per gli altri.

Chiusi in due mondi  non troppo distanti, a un sedile di distanza, diamo vita ad atti di non espressione che è già essi stessi sono rivelazioni di espressività e opere di comunicazione. Nati naturalmente integrati entrambi moriremo emarginati, come misconosciuti artisti.

fonte della foto: web