Il sentiero dell'autocoscienza

Creato il 27 maggio 2011 da Andrea Rattacaso @rattablog2

Molti dei problemi radice dell'umanità, ossia quelli che generano tutte le altre problematiche, dipendono dal fatto che non conosciamo affatto la nostra anima, il nostro pensiero e tante volte nemmeno gli stimoli del nostro corpo.

Nella nostra società, dove ormai tutto sembra ambiguo, non possiamo sopravvivere senza conoscere l'unica cosa certa che possiamo verificare: noi stessi.

La conoscenza di se stessi, definita autocoscienza, è un concetto che va analizzato con attenzione. Dalla maggior parte delle persone spesso sento dire: " Credi che non sappia quello che voglio?! " - "Chi mai può conoscermi meglio di me?! ".

La verità è che non ci conosciamo affatto, persino degli estranei come gli esperti di marketing ci conoscono meglio di noi stessi; la prova inconfutabile è che veniamo manipolati senza rendercene conto, votando persone che non condividono affatto i nostri obiettivi e interessi, acquistando beni o servizi che non sono affatto necessari.

Come al solito, per capire meglio questi concetti, è necessario costruire un modello che, pur essendo incompleto, riesce a dare l'idea di ciò che voglio esporvi. Vi presento quindi, prendendo spunto da quello che ho trovato su web, il mio modello sferico per la mente:

Nel nocciolo della sfera ho rappresentato in turchese la parte cosciente della nostra mente, ossia tutti i pensieri di cui siamo consapevoli, che riusciamo a razionalizzare e su cui abbiamo un grande potere, dato che possiamo controllarli. Ad esempio - " io scrivo questo post perché voglio farvi conoscere questo argomento " - è un pensiero cosciente, ha una logica su cui posso fare un analisi, intervenire ed eventualmente cambiare, secondo la mia volontà.

Man mano che ci allontaniamo dal nocciolo, con un cambio di colore netto, in arancione ho rappresentato l'. L'inconscio è quella parte di noi di cui non siamo consapevoli. I comportamenti irrazionali, tutte quelle azioni o pensieri che non riusciamo a spiegarci, sono legati al nostro inconscio. Alcune volte l'inconscio comunica con la parte cosciente di noi, mediante i sogni, ma avviene di rado ed il più delle volte nemmeno siamo in grado di comprenderli.

Man mano che ci allontaniamo dal nocciolo della nostra personalità, con un arancione che diventa sempre più rosso, ho rappresentato l' inconscio collettivo che in passato Carl Gustav Jung ha illustrato in modo esaustivo. Semplificando di molto il concetto, l'inconscio collettivo è rappresentato da tutti quegli schemi di comportamento inconsci che si trovano in tutti gli esseri umani, i quali non fanno parte solo del nostro essere ma sono comuni a tutta l'umanità e, solitamente, sono chiamati .

Conscio, inconscio e inconscio collettivo sono strettamente legati in un unica entità, ossia il nostro essere. Conoscere se stessi vuol dire, in senso figurato, far diventare color turchese l'intera sfera mentale del modello, diventando consapevoli di tutto quello che per noi è inconscio: questo processo è acquisire l'autocoscienza.

Gli antichi filosofi descrivevano l'autocoscienza come l' "io" che prende coscienza di "" , considerando questo processo obbligatorio per poter cominciare ad indagare sulle verità assolute dell'universo. Da questo possiamo evincere come una completa coscienza di se stessi è fondamentale soprattutto per capire gli altri.

Una persona autocosciente fa si che il suo essere diventi pienamente protagonista della propria vita.

Tante volte, tantissime, azzittiamo una parte di noi che non tolleriamo, la quale con il tempo comincia a perdere potere decisionale nella nostra vita. Quando non riusciamo più a tenerla a freno, allora si cominciano ad avere comportamenti inconsci pericolosi di cui non abbiamo più il controllo.

La persona autocosciente è invece in pace con se stessa, perché è entrata in contatto con ogni parte del suo inconscio ed è riuscita ad accettarsi completamente.

Un esempio pratico lo possiamo vedere quando una persona con una buona autocoscienza si arrabbia per un motivo: capendo le logiche del suo pensiero, riuscendo a comprendere cosa ha causato il suo stato d'animo negativo, riesce a calmarsi in modo definitivo risolvendo il suo problema alla radice, senza farsi prendere dall'ira una seconda volta.

Per conoscere la Verità sull'universo, dobbiamo prima conoscere la Verità su noi stessi. Se siamo capaci di esplorare la nostra anima, dato che le poche verità che possiamo recepire risiedono proprio dentro di noi, la manifestazione dell'autocoscienza ci porta dei vantaggi non indifferenti:

  • un elevata padronanza di sé, da non confondere con la repressione interiore, perché capiamo la logica della nostra mente riuscendo ad intervenire in modo efficace quando assumiamo un atteggiamento negativo;
  • un buon equilibrio interiore, perché dialogando con noi stessi, siamo capaci di individuare con prontezza quando siamo eccessivi nei nostri comportamenti;

A questo punto credo che avrete capito l'enorme importanza dell'autocoscienza e di quanto la sua mancanza abbia influito negativamente nelle più moderne e industrializzate società della storia.

Vorrei raccontarvi una storia che può farvi comprendere meglio la questione. La mia ragazza, che lavora come ostetrica, mi raccontava di come le africane e le asiatiche, ossia quelle razze che mediamente sono più disagiate nel mondo, abbiano una maggiore consapevolezza del loro essere, riuscendo a capire in modo assolutamente naturale, senza alcun corso di preparazione, quale sia la migliore posizione per il parto e in che modo affrontare il dolore. Molte persone superficiali direbbero che loro sono come gli animali, che sono abituati a causa delle loro condizioni di vita disagiate, ma penso che anche voi riusciate a capire quanta menzogna e ignoranza ci sia questo tipo di pensieri.

La nostra perdita di autocoscienza è causata principalmente dalla nostra identificazione nello stereotipo dettato dai media, ossia dalla persona che più consuma e più vale nella società. Chi non ascolta radio e televisioni è più libero di ascoltare se stesso, riesce a capire profondamente i bisogni più profondi della propria anima e quindi a concentrarsi meglio su ciò che può portare al vero benessere.

Noi al contrario pensiamo che per stare bene dobbiamo fare quello che ci dice un programma, uno spot o vivere come quelle persone che ci sembrano felici in TV. Non c'è illusione più dannosa di questa.

La ricetta per la vera felicità è dentro di noi, ecco perché dobbiamo acquisire l'autocoscienza.

Ma cosa bisogna fare per diventare consapevoli di se stessi?

Prima di tutto dobbiamo ascoltarci, farci delle domande.

La ricetta per la felicità di tutta l'umanità non è un qualcosa di alieno che va raggiunto per chissà quale oscuro motivo, ma risiede in modo innato dentro di noi. Da quando nasciamo veniamo influenzati ed indottrinati in ogni modo dalla religione, dalla scuola, dalla TV ecc. E purtroppo veniamo allontanati dal nostro essere più intimo. Dialogando con noi stessi andiamo proprio a domandarci delle cose che automaticamente ci porteranno ad un enormità di dubbi.

Proprio in quel momento, quando non sappiamo più in cosa credere, quando stiamo per affogare nel dubbio esistenziale più profondo, possiamo finalmente prendere coscienza di ciò che non sappiamo ed intraprendere il cammino dell'autocoscienza. Probabilmente finiremo per non credere più a nulla, di perdere seriamente la bussola, avendo disagi interiori non indifferenti, ma è qui che comincia il vero lavoro.

A questo punto, il passo seguente da fare è accettare il dubbio, accettare che buona parte delle nostre credenze probabilmente potrebbero essere tutte illusioni e partendo dalla certezza di questo dubbio arriveremo ad un traguardo importantissimo: " sapere di non sapere ".

Il fatto di accettare di essere per buona parte ignoranti ci può fare entrare in uno stato d'animo diverso che, se riusciamo a viverlo nel modo giusto, gradualmente ci rende pronti alla ricerca della Verità. In base a quanto saremo bravi in questa impresa, avremo una buona predisposizione a capire il significato di ciò che ci circonda, potendo indagare con maggiore obiettività sulla vita. Al contrario, se crediamo una cosa sbagliata ed abbiamo la presunzione di credere che sia la verità assoluta, tutte le cose che impareremo saranno influenzate da questa menzogna.

Successivamente, dall'esito di questa indagine interiore, cominceremo ad avere accesso a parte della verità, che ovviamente non sarà mai raggiunta totalmente da nessun uomo. Ciò che è importante però non è tanto raggiungere l'obbiettivo, ma avvicinarsi sempre di più, senza farsi mai ingannare dall'illusione di aver capito tutto dalla vita.

La scoperta della verità è un avventura infinita.

Qualcuno potrebbe pensare che, una volta riusciti a comprendere alcune verità assolute possano essere manipolate a nostro vantaggio: questo non è possibile perché si crea un controsenso. La manipolazione della verità assoluta è una verità parziale, una menzogna, per questo motivo non è possibile concepirla come un mezzo che può essere utilizzato, dato che quando lo usi perdi automaticamente il suo vero significato.

Semmai accade proprio il contrario. Siamo noi che diventiamo strumento della Verità, perché il nostro buon esempio, il fatto che noi stiamo bene con noi stessi e portiamo bene agli altri, indica agli altri la sua via.

Come facciamo ad accorgerci che siamo vicini a comprendere la verità? Ce ne accorgiamo quando agendo, o pensando, siamo sereni ed in pace con noi stessi. Dato che questa cosa è innata, noi ci accorgiamo sempre quando stiamo facendo qualcosa che ci illude di far star bene noi stessi o gli altri, solo che il più delle volte ignoriamo queste sensazioni che ci vengono da dentro e con il tempo perdiamo la capacità di ascoltarle.

Se impareremo ad ascoltare noi stessi, dando voce alla nostra innata inclinazione alla serenità ed alla pace interiore, avremo finalmente una bussola che potrà guidarci verso il sentiero della Verità.

Ora che avete letto questo post, provate ad immaginare un mondo dove ogni persona ha piena coscienza di sé così come ve l'ho descritta. Come lo immaginate?

Se questa fantasia la vedete come qualcosa di positivo, provate a sperimentare la via dell'autocoscienza. Sarà complicata, si soffrirà, ma se può portarvi vantaggi penso che valga la pena di fare un tentativo.

Alla prossima.

" Potete avere tutti i titoli accademici del mondo, ma se non conoscete voi stessi, siete estremamente stupidi.

Conoscere se stessi è il fine ultimo dell'educazione. Se non c'è autoconoscenza, il semplice fatto di raccogliere dati o prendere appunti in modo da superare gli esami è una maniera assai stupida di esistere.

Potete essere capaci di citare la Bhagavad Gita, le Upanishad, il Corano o la Bibbia, ma a meno che non conosciate voi stessi, siete come pappagalli che ripetono le parole altrui senza capirle.

Nel momento in cui cominciate a conoscere voi stessi, anche se poco, si è già messo in moto uno straordinario processo di creatività. [...] A partire da questo potete andare sempre più in profondità, all'infinito, poiché non c'è fine all'autoconoscenza "


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