Il sentiero della libertà: la memoria di un popolo passa per l’Abruzzo

Creato il 13 aprile 2015 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Da anni ormai cerchiamo di raccontare la cultura del viaggiare in ogni sua forma, attraverso destinazioni in ogni parte del mondo ed esperienze di ogni tipo. Ci sono avventure però che toccano il cuore di chi si sente "viaggiatore" in modo particolare, perché vanno al di là del semplice godimento momentaneo e avvicinano i partecipanti ad un'aspirazione più intima e profonda. Avventure come quella che mi appresto a vivere in prima persona sui sentieri della Majella con "Il sentiero della libertà".

"Il sentiero della libertà" è un percorso escursionistico di circa 60 chilometri, diviso in tre giorni e in tre tappe che si snodano tra i pendii che segnano il meraviglioso territorio del Parco Nazionale della Majella in Abruzzo. Ma non è soltanto un percorso attraverso incredibili bellezze naturalistiche, è la rievocazione della via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e italiani che dopo l'armistizio dell'8 settembre hanno lottato per la liberazione d'Italia, divisa dalla Linea Gustav e terra di frontiera tra gli eserciti in guerra tra loro.

L'intero sentiero parte da Sulmona ed è percorribile in ogni periodo dell'anno. Può essere completato in due o tre giorni con l'arrivo a Casoli, ma per chi ha a disposizione un solo giorno è consigliata la tratta Sulmona-Campo di Giove-Taranta Peligna.

Quest'anno la manifestazione avrà luogo dal 1 al 3 maggio e grazie anche al supporto di Dolomite, sponsor dell'evento, sarà aperta per la prima volta anche ai blogger che utilizzeranno l'hashtag #freedomtrail per raccontare in diretta l'esperienza e la magia di questo evento sui social network.

  • La prima tappa va dal centro storico di Sulmona a Campo di Giove: sono 15 chilometri non particolarmente complessi, completabili in circa quattro ore.
  • La seconda, da Campo di Giove a Taranta Peligna, può essere percorsa in circa sei ore e prevede una lunga ma soddisfacente discesa. Poco prima dell'arrivo a Taranta, poi, è possibile visitare il Sacrario della Brigata Majella (formazione partigiana abruzzese) e le splendide Grotte del Cavallone.
  • La terza e ultima tappa, diretta a Casoli, è un percorso caratterizzato da continui saliscendi. Si costeggia il fiume per oltre due ore, sino alla frazione di Fonterossi, per poi arrivare nella sopracitata Casoli.

Un percorso esplorato ai tempi della Seconda Guerra Mondiale come via di fuga per migliaia di italiani che lottavano fieramente per la liberazione dell'Italia, diviso dalla linea Gustav dopo l'armistizio del settembre del '43. L'Abruzzo, senza forse volerlo, era diventato terra di confine, terra di divisioni.

Il sentiero, immerso nell'incommensurabile bellezza di questa terra, è in grado di raccontare ad ogni passo le lacrime che ha raccolto, i sogni che ha alimentato, le gambe che ha sfiancato. Qualcuno di noi avrà sentito storie partigiane dai nonni, altri le avranno vissute personalmente, altri ancora, in un futuro forse non troppo remoto, avranno dimenticato tutto.

Lungo il sentiero si possono godere i magnifici paesaggi del Parco Nazionale della Majella e, con un po' di fortuna, imbattersi nella fauna locale: camosci, cervi, aquile, volpi e cinghiali e, avventurandosi nei luoghi più impervi, non escludere l'incontro con il lupo o con l'orso bruno marsicano.

Tre giorni di silenzi, natura e fatica per attenuare i malumori di un'esistenza sempre più frenetica. Ieri un cammino era libertà e speranza. Oggi un cammino di libertà, speranza e ricordo.

abruzzoIl sentiero della libertàMajella

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