Il sentiero luminoso del giorno – SELENE PASCASI

Creato il 08 febbraio 2014 da Thoth @thoth14

UN’IDEA

Un’idea narra la mente

traccia solchi indelebili

scava giù a fondo

uccide i timori

Un’idea genera mostri

se anteposta ad un fatto

ma sconfigge riserve

se coerente la muovi

Un’idea indelebile al tempo

ha la forza del mondo

e se fugge da mode

si pervade d’immenso

Selene Pascasi

La forza delle idee. Il potere delle idee. La grandezza di un’ideale. La potenza indiscussa e rivoluzionaria di un ideale. Sogno. Mito. Idea. Quando la parola, in tempi lontanissimi e oscuri, era messaggio di un dio agli uomini. E il mondo era puro, innocente. Fanciullo ignaro di sè e di ciò che lo circondava. Un’idea ha spesso cambiato la Storia. L’uomo e il suo destino. I popoli e le loro sorti. Ha reso schiavi o liberi a seconda del momento e del pensiero. Ha creato la civiltà. Ha modulato le passioni. Ha risollevato o sconfitto. Ha dato morte o speranza.

Un’IDEA è il titolo di questa poesia di Selene Pascasi tratta dalla raccolta di poesie … CON TRE QUARTI DI CUORE. Tre quartine soltanto per rimarcare con il verso ciò che la lingua comune tace, ciò che il poetare elargisce come dono incompreso ma dal senso inaudito. Ogni quartina del componimento poetico inizia con la parola – concetto IDEA: “Un’idea narra… / Un’idea genera… / Un’idea indelebile…” voce quasi assoluta nel narrare, nel generare, nel farsi indelebile perché lo spazio e il tempo non riescono a prevalere, a cancellare, a distruggere l’espressione scaturita, la messa in atto del parlare e dell’ascoltare, della parola che porta, conduce, veicola l’idea.

Per Selene Pascasi un’idea “ha la forza del mondo” “sconfigge riserve” “scava giù a fondo”. Ella ha voluto dirlo cercando la via della Poesia: il sentiero luminoso del giorno e/o il bagliore soffuso che rischiara la fresca tenebra notturna. Intorno a una poesia si può parlare e scrivere tanto. Nel leggere o meditare una poesia si può rimanere in silenzio. Per sempre in silenzio. E percepirne un qualcosa. Forse il suono. Forse l’anima. Forse l’essenza. Non importa, perchè in quell’attimo, appena e più dell’Eternità, si è comunque fuori, oppure oltre, oppure al riparo da tutto ciò che ci precipita al suolo e ci costringe in catene immaginarie o reali.

Francesca  Rita  Rombolà


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