Roberto Saviano ospite della prima puntata del serale di Amici di Maria De Filippi
Al via stasera su Canale 5 il “serale” di Amici di Maria De Filippi, giunto alla quattordicesima edizione. Emma ed Elisa sono quest’anno i due direttori artistici, rispettivamente della Squadra Bianca e della Squadra Blu. Sabrina Ferilli è stata confermata nella giuria, accanto a due new entry: Francesco Renga e Renato Zero, che dalla seconda puntata sarà sostituito da Loredana Bertè. Inoltre ogni settimana sarà presente un quarto giudice che valuterà insieme a loro le esibizioni degli allievi della scuola più famosa d’Italia. Nella prima puntata, Biagio Antonacci. Ad arricchire il programma, anche le esibizioni di Virginia Raffaele. Nella puntata d’esordio, uno degli ospiti più attesi è lo scrittore Roberto Saviano, fortemente voluto da Maria De Filippi.
Il giornalista Renato Franco scrive oggi sul Corriere della Sera degli «Amici» insospettabili di Maria De Filippi, da Roberto Saviano a Francesco Renga, Renato Zero e Loredana Bertè che in passato hanno attaccato i talent, ora invece sono in giuria:
Gli Amici (insospettabili) di Maria De Filippi. Quelli che criticavano i talent, ma poi ci vanno come ospiti. Quelli che dicevano che sono uno zoo per litigare, ma poi ci fanno i giudici. È la coerenza che svanisce perché tutto ha un prezzo o è perché solo gli stupidi non cambiano opinione? La risposta rimarrà inevasa. E poi c’è Saviano. Ogni sua apparizione è sempre un «caso», a prescindere. Lui, lo scrittore impegnato che guarda a sinistra che stasera si accomoda nel salotto pop dove ci sono ragazzi in tuta che sognano di diventare famosi come lui, ma senza scorta. Si rivolgerà così a loro questa sera su Canale 5. Premette: «Non canto e non ballo». Meno male vien da pensare. «Cerco sempre di parlare a ragazzi, mi nutro dell’incontro con loro, vado nelle scuole, nelle università e questa in qualche modo è una scuola particolare e quindi sono contento e lo ritengo un privilegio potervi parlare». E via citando Tahar Ben Jelloun e Calamandrei, i barconi di Lampedusa e l’informazione, che è come un lago ghiacciato da rompere e andare in fondo per farsi un’opinione propria. Saviano a Mediaset, quello stesso Saviano che scriveva: «Se Marina Berlusconi ottenesse un incarico pubblico seguirebbe le sporche impronte del padre». Padre che risulta ancora essere il proprietario di quella tv, padre che diceva che la mafia italiana è famosa per Gomorra. Contraddizioni? Non per lo scrittore: «A me piacciono le contaminazioni e trovo sia un privilegio poter parlare a un pubblico di ragazzi in una trasmissione tanto seguita. Nella contaminazione non vedo contraddizione, così come non c’è contraddizione nell’andare sulle reti Mediaset se ho la libertà di esprimere senza limitazioni il mio pensiero».Dunque eccolo al fianco di Maria la sanguinaria. Dagospia la chiama così perché non batte ciglio davanti a nessun caso ad alta tensione emotiva. Ma la conduttrice più che ascolti cerca consenso pubblico, un bollino di qualità, perché tanto i numeri di share li fa anche con Tina Cipollari e i tronisti (Uomini e donne), li raggiunge anche senza gli attori di Hollywood che a C’è posta per te sono solo tappezzeria a stelle e strisce. Sai la soddisfazione di avere come giudice di Amici Francesco Renga che stava male a vedere la discografia piegata alla tv: «Non andrò mai più in un talent come ospite. Rosico guardando la classifica, ma non ce l’ho con i ragazzi. Non voglio legittimare un sistema sbagliato e sbilanciato verso un mezzo potente come la tv. Mi rattrista vedere i discografici ad Amici. Dovrebbero lavorare per far mettere radici ai giovani, invece li sfruttano per una stagione e poi passano a un altro». Ma quest’anno eccolo lì. Al pari di Renato Zero (giudice per una puntata) che parlava dei talent come zoo per gli ascolti dove si punta sui litigi: «Spettacolarizzano il disagio e la pena di ragazzi che si sentono braccati, sono aggressivi fra loro come gladiatori al Circo Massimo. E poi affidare al pubblico il giudizio sul talento è pericoloso. Quante volte è stato un artista a “educare” il pubblico?». Dalla seconda puntata al posto di Renato Zero arriva Loredana Bertè, che non era stata così drastica, ma si era mostrata per lo meno scettica: «Non voglio far polemica con i talent, ma propongono quasi sempre (a parte Mengoni) personaggi senza carisma destinati a non lasciare il segno». Anche Elisa, in Amici 2015 direttrice artistica della squadra Blu, si mostrava perplessa: «Oggi è cambiata la purezza del rapporto fra il cantante e l’ascoltatore, forse soprattutto per colpa dei media. Il risultato è che questi ragazzi sanno cantare, guardare la telecamera, muoversi sul palco, ma non riesco a capire di che cosa si possano innamorare i giovani guardandoli: di una verità o di una messinscena impeccabile?». Di cui lei sarà componente portante. L’elenco è lungo. I rapper pentiti sono una categoria nutrita. Avevano puntellato con la loro presenza l’edizione di Amici 2013. Tante parole, poca coerenza. Fabri Fibra cantava così: «Non credere che Tizia diventi Ivana Trump / una volta uscita dal talent è una tantum / e quando canta lei, no, ma c’è chi guadagna / la tipa invece sparirà come la Cavagna». Ancora più netti i Club Dogo: «I talent muovono il 50% del mercato musicale ma fanno schifo». Non mancano i cantautori come Gino Paoli (sempre Amici 2013): «I talent non mi piacciono perché non mi piace la roulette russa… si butta tanta carne al macello perché ne esca una». Tipo Emma, oggi direttrice artistica della squadra Bianca, vincitrice del programma nel 2010: tra tanti insospettabili, l’unica vera Amica, devota di Santa Maria fin dalla prima ora.