Il serpente e l’arcobaleno (di Wes Craven, 1988)

Creato il 13 maggio 2012 da Iltondi @iltondi

Dennis Alan (Bill Pullman), antropologo e ricercatore americano, compie un primo viaggio ad Haiti e verifica personalmente l’enorme potere della magia Voodoo. Ci ritornerà per il bene della scienza, con l’incarico di scoprire una sostanza miracolosa che potrebbe essere utilizzata in medicina come anestetico. Ma oltre alla seducente psichiatra del luogo Marielle, non troverà nient’altro di buono: sulla sua strada incontrerà l’ostracismo della polizia locale, e soprattutto zombie e stregoni. 

Ispirato a storie veramente accadute ad Haiti (raccolte nel libro omonimo di Wade Davis), anche se ovviamente romanzate, si tratta di un viaggio a più riprese in un paese sconquassato dalla povertà e dalla feroce dittatura di François Duvalier (la vicenda è in realtà traslata agli anni 80, mentre il dittatore governò fino al 1971, anno in cui morì). I rimandi sociali e politici dunque non mancano, in questo riuscito film di Craven a tratti quasi documentaristico. L’ambientazione haitiana certo è inusuale ma affascinante (come potrebbero non esserlo gli zombie e la magia nera?), e il tocco del regista di L’ultima casa a sinistra è inconfondibile (le torture sembrano una costante del suo cinema). Se siete romantici, c’è spazio anche per una love story; ma se invece odiate serpenti, ragni e scorpioni, forse dovreste risparmiarvi la visione: non che siano presenti in ogni inquadratura, ma saltano fuori al momento giusto e dal posto sbagliato. Finale bruciacchiato a richiamare un’icona della filmografia di Wes Craven: il mitico Freddy Krueger di Nightmare.



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