Esiste davvero il servilismo?
Dato che chi fa informazione ha un suo datore di lavoro, tutti coloro che fanno questo mestiere quindi sono servi del proprio datore di lavoro?
Mi pongo questa domanda perché sono vent'anni che sentiamo parlare di servilismo, ovvero una parte di coloro che danno notizie (che siano scribi o direttori di talk show) tacciano di servilismo coloro che fanno il loro stesso mestiere ma appartenendo alla corrente ideologica avversa.
Vedi un Santore che dà del servo a Vespa, come anche un Travaglio che dà del servo ad un Belpietro.
Voglio dire, sono accuse vere o solamente infondate illazioni per denigrare il lavoro di chi non ti sta simpatico e quindi far apparire migliore il proprio?
Giocando a carte scoperte, l'unico politico in Italia proprietario di mezzi di comunicazione è Berlusconi, anche se dal '94 egli si è dimesso dalla presidenza delle sue aziende ed il proprietario del Giornale risulta essere il fratello Paolo.
E' ovvio che se presentata così, tutti saremmo d'accordo nel dire che lo stesso Berlusconi abbia avuto enormi vantaggi nella sua carriera politica potendosi pubblicizzare grazie alle sue aziende che facevamo informazione a suo favore, quindi piene di servi. Ma così è stato?
Sperando che la memoria mi aiuti, l'unico dipendente Mediaset che abbia sempre dichiarato la sua simpatia per il Cavaliere è Emilio Fede, per anni direttore del Tg4.
Ha sempre elogiato Berlusconi durante il suo telegiornale, ma mai utilizzato il suo ruolo per attaccare avversari ideologici magari non presenti in studio od in collegamento.
Sulla Rai assistiamo quotidianamente a talk show o telegiornali palesemente schierati contro Berlusconi, contravvenendo quindi alle norme che regolamentano l'informazione del servizio pubblico italiano.
A Mediaset non paghiamo il canone, quindi vi dirò, nel caso un giorno non mi dovesse più piacere l'informazione da lì proveniente, non farò altro che cambiare canale, consapevole che sulla Rai stanno facendo risultato pari se non passando in vantaggio.
Non credo affatto che chi scriva sul Giornale sia un servo di Berlusconi, un prezzolato dal Cavaliere.
Credo altresì che ognuno di noi sia schiavo delle proprie idee, perché non c'è cosa più difficile che ammettere i propri errori e tornare sui propri passi, rivedendo quindi le proprie convizioni.
Montanelli decise di chiudere la propria carriera nel peggior modo possibile, ovvero pretendendo che gli venisse riconosciuto un ruolo che proprio non gli spettava.
Berlusconi, come ogni altro proprietario d'azienda, compie le scelte che ritiene giuste e i suoi sottoposti, compresi i direttori, devono alla fine chinare la testa oppure fare le valigie ed andarsene.
Sul Giornale scriveranno persone che certamente non odieranno il padrone della testata, come su Repubblica non scriveranno berlusconiani viste le vicende lavorative di De Benedetti.
Tutto questo non è uno scandalo, piuttosto è la prova provante che ognuno di noi è prima di tutto detentore della propria identità culturale.