Un amante del viaggio e del bello che. spesso collabora anche con le nostre pagine.
Abbiamo cercato in questa intervista di approfondire la sua conoscenza e vi sveliamo quello che siamo riusciti, con non poca fatica,a cavare da questo buco profondo e divertente dove l’importante è sempre e solamente chiamarsi Ernest.
Buona scelta
IBD
ilbicchierediverso@gmail.com
Chi è Ernest?
A questo non posso rispondere. Basti sapere che sono una penna impazzita e un amante del bien vivre, ovviamente questo non vuol dire che sia uno sprezzante aristocratico o un ghettizzante dandy ricco e viziato. O meglio, in parte sono questo, perché di retaggio sono quello che sono,ma ho imparato a convivere con la salute economica in modo precario e indipendente. Cosa che manca alla stra maggioranza dei figli per bene di questo mondo.
Lavorare la terra servirebbe a molti ragazzi.
Perché non la si vede mai in viso?
Perché non posso essere pubblico più di così per “colpa” di una promessa e di un contratto.
Come è nata la rubrica “L’importanza di Chiamarsi Ernest?”
Ovviamente è un chiaro omaggio a Wilde, è nata da una chiacchierata con un collega scrittore e giornalista, che poi è diventato un caro amico e infine un confidente che mi ha presentato, in modo virtuale, al direttore Danilo Montaldo. Volevamo una rubrica in cui si parlasse di sessualità, erotismo, avventure, amore, ispirazioni e aspirazioni, cospirazioni e interazioni, alterazioni e obiezioni. Insomma, il mondo di Marte e Venere visto da Giove e da Saturno, con qualche incursione nell’intimità di Plutone. Il tutto condito da facezie e seriososità, poche volte da serietà.
Quindi lei scrive racconti?
Non proprio, racconto quello che ho scritto sulle mie mani. Finzione letteraria? Realtà? Quello che c’è nella mia rubrica è un gioco di specchi e di ruoli (mmmmhhh), di libertà e ossessioni, di carne e mente.
Cos’è la donna per lei?
Ahhhhhhhhh. Può bastare? (ride, ndIBD) E’ tutto e niente, è il massimo e il minimo. La donna è semplicemente quanto di più complicatamente semplice può esistere. Musa, cornamusa, musona … è impossibile segregarla in un concetto. Le donne feriscono con le loro ferite e legano con i loro occhi. Lo so, sembro retorico e banale, ma in tutti questi anni trovarmi di fronte a tutti questi episodi di cui parlo mi ha fatto capire solo una cosa, bisogna stare attenti con una donna come davanti a un leone. Basta poco a risvegliare qualcosa di selvaggio, che può sorprendere o uccidere. Si deve portare rispetto a un leone o essere pronti, in caso contrario, a tutto.
Il sesso?
Libertà, pura, senza fronzoli, senza troppi “se e ma”. Non sopporto chi ne parla pudicamente e poi invece risulta essere tutt’altro che pudica a letto. Il sesso è un corso accelerato di conoscenza dell’altro è un atto di generosa apertura (non voglio doppi sensi grazie) verso un altro mondo che rappresentiamo.
E il bacio?
Una volta mi è stato detto che un bacio non si nega a nessuno, sono in parte d’accordo. Il bacio è un atto di conoscenza assoluto, un momento di sperimentazione del vero scambio. È un file sharing umano.
Cos’è l’eleganza per lei?
Non essere ben vestito.Troppa gente con abiti perfetti crede di essere elegante. È un portamento dell’animo, un anelito che va compreso e vissuto.
Lei è italo francese. Come vede le due patrie?
Ah, la Francia è bella, intrigante ma troppo codarda in un certo senso, soprattutto nelle grandi città. La vera Francia si vive fuori dai centri. L’Italia è meravigliosamente caotica, un maelstrom inamovibile di culture, colture e fratture che si mescolano di continuo. Vivo tra Roma e Milano, anche se in modo nomade, e non mi stanco mai di questa penisola. Ci sono problemi culturali che in Francia non ci sono, parlo dell’unione tra scrittori, della forza dell’intellettualità tricolore, ma credo che qualcosa stia finalmente tornando a galla per farsi sentire.
Quali vizi ama?
Il fumo. Amo i cubani e la pipa e recentemente ho scoperto gli Amazon. Il bere. Distillati e vino, rosso, fermo. La lettura e la scrittura, che mi fanno letteralmente vivere e che sono la mia professione, i libri antichi, le armi bianche, la sartoria su misura per la sua tradizione e soprattutto perché è l’unico modo di assicurarsi la necessaria originalità e qualità. Cosa perduta a causa dei vestiti confezionati …
Ma questi non sono vizi, sono passioni …
Lo so. Ma se il vizio non è passione e soltanto vizio è schiavitù e non è accettabile.
Si censura?
Non mi censuro e non censuro. È violenza la censura.
Ci saluti invitandoci a venirla a trovare.
Il sesso e la filosofia del vivere. Questo è quello di cui vorrei parlare, poi parlo di altro. Pongo ottime risposte alle nostre/vostre domande canzonanti. Vi aspetto e vi saluto
Cordialmente vostro
Ernest LeBeau