Vi chiederete perchè cinque e non sei?
Il sesto esecizio è un discorso a parte.
Il sesto tibetano, non viene infatti neanche menzionato nel libro di Peter Keller che ha diffuso queste conoscenze nel libro “I Cinque Tib etani”, nè trova larga diffusione nei numerosi centri che propongono invece gli altri cinque riti. Qual è il motivo di questa posizione particolare del sesto tibetano? Per quale motivo si evita di parlarne?
Forse perchè può essere praticato solo dopo essessersi veramente ipadroniti dei primi cinque? O forse perchè nel Rito entrano in gioco energie straordinarie che potrebbero facilmente andare fuori controllo? Certamente per affrontare il sesto esercizio ci vuole padronanza dei primi, ma è ancor pur vero che il fulcro dell’ultimo esercizio si basa su di una energia assai particolare, un’energia che è presente in noi e di cui troppo spesso non si discute.
Parliamo della trasformazione dell’energia sessuale, perchè il Rito su questa fa leva. Già testi antichi della disciplina Yoga e di quella del Tantra si sono occupate dell’energia sessuale, così come innumerevoli testi antichi forniscono le fondamenta di quello che il colonnello Bradford vuole comunicare: chiunque riesca a deviare questa essenziale forza vitale dal semplice dominio sessuale verso campi più elevati di sentimento, della conoscenza e dell’azione, acquisterà vitalità, creatività, e libertà in misura illimitata.
Questa energia,la più forte ed intima , l’energia che ci trascina nella vita, che ci dà gioia, dolore, che ci fa innamorare, ci rende confusi, maturi, amorevoli e saggi, è spesso male impiegata e poco conosciuta dagli uomini.La sua funzione è quella di mantenere la specie e proprio di straordinaria forza motrice ma noi sappiamo poco, troppo poco, e, ancora peggio, non siamo in grado di sfruttarla come invece andrebbe fatto.
Il sesto Tibetano, il coronamento degli altri più famosi Cinque, è dunque una tecnica Yoga che ci serve a conoscere l’energia sessuale, a sperimentarla,a trasformarla in amore, chiarezza e soprattutto longevità. L’energia sessuale è energia vitale, è quella che, secondo la tradizione indiana dello Yoga risiede in Kundalini o chakra della radice, uno dei sette punti energetici presenti nel nostro corpo. Kundalini non è nè buona nè cattiva, spetta a noi saperla canalizzare e sfruttare nel migliore dei modi.
Il sesto tibetano coinvolge in questa azione di spinta verso l’alto tre tecniche dello yoga: la posizione dl corpo, pratica della respirazione e il movimento muscolare. Quanto più spesso il Rito viene eseguito con frequenza e regolarità, tanto più il corpo risponde senza fatica e le azioni accadononon ha bisogno di concentrarsi in modo particolare sull’esercizio.
Esercitatevi! Fatelo con regolarità e convinzione e se possibile nell’estremo raccoglimento, ascoltate, guidate quest’energia straordinaria che potrete trasformare per il vostro e per il bene degli altri. Allontanatevi da tutte le preoccupazioni e specialmente da quella di riuscire bene e subito. Il senso di tutti i rituali, preghiere e meditazioni è questo :lasciare che le azioni accadano, così anche i pensieri e i sentimenti, come qualcosa che non dipenda personalmente da noi.
Esercitatevi con quest’ottica e vedrete i risultati non mancheranno.
Un’ idea seducente, quasi un incantesimo.