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Il "si" di Petrucci per tutelare la salute dei suoi alunni

Creato il 20 marzo 2011 da Nicckybloghiv

Partiamo dal presupposto che tutti proprio tutti sappiamo questa triste vicenda,in un'Italia che ha un senso di protagonismo stupido e che la mette spesso in ridicolo agli occhi dei paesi stranieri. Genesio Petrucci un insegnante del Keplero liceo scientifico di Roma, da molti anni, a vedere le sue foto, il successo di questo insegnante tra i suoi alunni e' palese.Genesio mi trasmette serenita´e riesce a mettermi a mio agio anche se e´ la mia prima intervista.
Ma chi e´ Genesio Petrucci?
Non è mai facile dare una descrizione di se stessi… Genesio ha 35 anni, è nato nella provincia di Salerno ma da 12 anni vive a Roma, dove è venuto per studiare, finendo per rimanerci perché rapito da una città bella da morire (e a volte  impossibile da vivere!). Genesio è, per formazione e per scelta, cattolico, ma è anche gay e di sinistra. Ha sempre fatto volontariato e attività nel sociale e negli ultimi tempi ha cominciato a collaborare con la Gay Help Line di Roma.  Ha vissuto gli ultimi 10 anni lavorando come insegnante di religione, 8  di questi trascorsi nel liceo statale Keplero di Roma.
Genesio ha insegnato perché appassionatosi molto presto alla sfida dell’educazione; ha insegnato religione perché ha studiato prima filosofia e poi teologia, cogliendo quindi l’occasione che gli si offriva di entrare nel mondo della scuola.
Mettiamo il caso che sei stato licenziato perche´ omosessuale, il Vicariato e´ al corrente che esiste una legge che tutela le persone discriminate sul posto di lavoro, per motivi legati all'orientamento sessuale, con l'emanazione del Decreto Legislativo n. 216 del 9 luglio 2003, in attuazione della direttiva 2000/78/CE?
Torniamo alla prima persona… Una precisazione: nell’unico colloquio informale avuto col Vicariato, peraltro sollecitato da me quando ormai era chiaro che non mi sarebbe stato rinnovato l’incarico, la motivazione addottami è stata quella del mio voto favorevole, in sede di consiglio di istituto, a quel progetto di educazione alla salute e alla sessualità, che prevedeva l’installazione di distributori di assorbenti igienici e preservativi nella scuola. Per cui, attenendomi ai “fatti”, confermo che la motivazione “ufficiale” è questa. Ma… c’è un “ma”: qualche mese prima dell’approvazione di questo progetto ero stato convocato dallo stesso ufficio del Vicariato per un colloquio informativo. In quell’occasione mi si diceva che erano arrivate segnalazioni sul mio conto dalle quali si evinceva, in quanto era stato visto partecipare a due manifestazioni (uno sciopero CGIL e la manifestazione UGUALI per i diritti delle coppie di fatto), una certa “criticità” del mio stato: era ipotizzabile che io fossi gay e addirittura di sinistra!!! Pensai mi stesse prendendo in giro, tant’è che mi venne spontaneo rispondere: “ e quindi?”.…Vengo alla tua domanda: non credo che il Vicariato si preoccupi più di tanto di quali leggi vigano o no nella giurisprudenza italiana ed europea. D’altro canto, ho spesso l’impressione che da quelle parti non ritengano  discriminante… discriminare i gay!
Quanto interesse ce´ nei ragazzi sulla materia di educazione sessuale, sul modo di far percepire loro che con un solo preservativo posso difendersi dalle MTS e dal virus dell´HIV?
I ragazzi sanno molto spesso stupirci: hanno una sensibilità e una intelligenza che supera le facili categorizzazioni di tanta socio-psicologia da strapazzo! L’idea di questo progetto, peraltro promosso dalla LILA e sostenuto dalla Provincia di Roma, è stato accolto nella nostra scuola come risposta a quella che era una domanda a volte silenziosa, ma concreta che veniva da parte degli studenti. Era chiara la loro necessità ad essere informati e formati su un aspetto tanto delicato quanto importante della loro crescita: la sessualità. La loro attenzione e il loro coinvolgimento sono stati altissimi. Il progetto prevedeva il sistema “peer to peer”:  la formazione è stata cioè mediata attraverso i ragazzi stessi.  Alcuni di loro sono stati formati per essere a loro volta formatori dei loro compagni. In questo modo, attraverso una condivisione alla pari, si sono posti di fronte alle informazioni che ricevevano con maggior tranquillità e apertura. Il progetto ha avuto successo e i distributori sono lì, usati ma non abusati.
Purtroppo i genitori cercano sempre di proteggere i figli non capendo che " Meglio un figlio con un preservativo in tasca che con una diagnosi di HIV in mano".Hai mai avuto il sospetto che il Vicariato fosse sommerso da lamentele da parte dei genitori?
Veramente, che io sappia, il Vicariato non ha ricevuto nessuna lamentela in proposito. E se c’è stata non è stata di certo mai resa pubblica. Ti dirò di più: ovviamente, come è giusto che fosse, all’interno della scuola si è aperta un’ampia discussione sul progetto, che però è stato poi approvato all’unanimità in Consiglio di Istituto. E nel consiglio siedono i rappresentanti dei docenti, degli studenti, del personale ATA ma anche i rappresentati dei genitori!La notizia di questo progetto poi era venuta fuori pubblicamente nell’imminenza delle iscrizioni al nuovo anno scolastico: qualcuno aveva addirittura previsto che la scuola ne avrebbe sofferto ricevendone pubblicità negativa  …le iscrizioni invece sono aumentate! Forse una certa, se pur lenta, consapevolizzazione comincia a farsi largo!
Che Correlazione c'e tra il ruolo di Docente/Educatore, e l'altra di Attivista che incidenza ha sui tuoi Studenti, e' possibile una Formazione che prescinde dai canoni tradizionali dettati dagli istituti?
Non amo le categorizzazioni. Come dicevo in apertura di intervista, io ho sempre fatto volontariato e attività nel sociale, senza per questo sentirmi o definirmi un “attivista”.  Cerco solo di contribuire, per quel poco che posso, a rendere un po’ più vivibile questo mondo. Né il mio è un attivismo di “genere”: nel senso che non mi do da fare per i gay perché son gay… semplicemente metto a disposizione la mia esperienza di persona e di professionista. E’ chiaro che, essendo anche io gay, posso sentire più mie certe battaglie. Ma non ne farei un discorso di attivismo di categoria. D’altra parte, nel caso del progetto di educazione alla salute e alla sessualità, siamo di fronte ad una questione educativo-sanitaria che prescinde orientamenti sessuali o politici! Se il mio impegno nel sociale abbia avuto o no un’incidenza sui miei studenti forse andrebbe chiesto a loro… ma, sa, io ho sempre messo in gioco tutto me stesso nella sfida dell’educazione che ho accettato. Per cui la mia vita in generale, e le mie attività fuori scuola in particolare, se sono entrate nel mio lavoro, lo hanno fatto con estrema naturalezza, come condivisione spontanea del mio essere.  E in 10 anni di insegnamento non mi avevo mai avuto problemi. Inoltre gli istituti non dettano canoni. Hanno di certo una fisionomia, un progetto educativo, spesso lungimirante e di ampio respiro. Ma la libertà di insegnamento, come sancisce la Costituzione, deve sempre essere fatta salva. Il progetto poi di cui parliamo era un progetto della scuola. E non mio.Nel corso degli anni ho proposto all’interno della scuola diverse esperienze di impegno sociale: ho tenuto un corso di “educazione al volontariato”, mi sono fatto promotore di un tavolo interreligioso, ed ho coinvolto i ragazzi disponibili in esperienze con la Caritas, come il servizio mensa alla stazione Termini di Roma. L’educazione non può non essere che a 360° gradi, non può che rivolgersi all’individuo, all’adolescente nella sua interezza, tenendo innanzitutto conto delle sue domande e dei suoi bisogni. Non posso esistere tabù né zone off limits: con equilibrio, delicatezza e rispetto devono poter essere affrontati tutti gli aspetti che entrano in gioco nella vita e nella formazione di un adolescente. A maggior ragione allora la sessualità e il mondo delle relazioni sociali.
Io non mi sento una persona a compartimenti stagno: i diversi aspetti del mio essere sono manifestazioni di una identità unica e integrata, per cui mai mi son posto il problema se qualcosa di me potesse confliggere con il mio ruolo di educatore, né il problema me lo hanno mai posto le migliaia di ragazzi incontrate in questi anni.
I ragazzi da quello che stanno facendo su facebook si danno da fare,ovviamente dietro la figura del prof.che ha detto "si" al preservativo per tutelare la salute dei propri alunni ce´ una persona altruista, che in questa Italia dove la corsa al nostro e´ sempre piu´ forte ce´ ancora gente che pensa al prossimo.E´ come diceva un vecchio spot di tanti anni fa´"Non dimenticarti del condom proteggi te e chi ti sta a fianco!" [Ad avercelo avuto io un prof. cosi´!!! Sieropositiva da 4 anni]


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