By Gherardo Biolla on novembre 30th, 2012
3 dicembre 2012a7 dicembre 2012
Un’ uggiosa domenica di Novembre eccoci in viaggio verso la Val Tanaro per un tranquillo tuffo all’interno della grotta dell’Orso.
Purtroppo le piogge dei giorni precedenti ( in parte ce lo aspettavamo…) hanno reso tutte le grotte impraticabili; Le fresche temperature e l’odore della neve consiglierebbero in effetti più una polentata che un tuffo…
Gironzolando per le varie entrate delle grotte della Val Tanaro, ci viene segnalata da Attilio una piccola grotta esplorata negli anni ‘70 che termina, dopo una parte orizzontale e due pozzi, in un laghetto in cui nessuno si era ancora immerso. Sempre alla ricerca di nuovi tuffi decido insieme a Giorgio di organizzare un tentativo.
La Grotta di Rio Borgosozzo è stata esplorata negli anni ’70 appunto; si apre in calcari dolomitici del Trias medio subverticali, ed è caratterizzata da belle concrezioni per tutto il suo sviluppo.
L’andamento della galleria principale è pressoché orizzontale e chiude dopo circa 90 metri. Sul fondo è stato disostruito uno stretto passaggio sulla sinistra che porta a una camera superiore sembra senza prosecuzione. Prima di raggiungere la fine della galleria, sul pavimento, è presente un foro che porta al primo pozzo di circa 10 metri. Al fondo di questo pozzo sono presenti tre passaggi, due dei quali scendono per ulteriori 8 metri circa, quello di sinistra, dopo uno stretto passaggio, porta al laghetto sifonante mentre quello di destra chiude alla stessa profondità. Il terzo passaggio, inizialmente stretto e orizzontale, porta ad un ulteriore stanzone. Con una calata si può scendere sul fondo dello stesso. Risalendo sul lato opposto è presente una piccola galleria al momento ancora da esplorare.
L’intenzione mia e di Giorgio è quella di visionare il laghetto con la speranza di trovare un passaggio per accedere ad ulteriori parti asciutte.
Domenica 18/11/2012, con l’aiuto degli amici del gruppo SCS di Saluzzo e ben attrezzati di trapani, fix e corde decidiamo di armare la grotta e dare un occhiata alla fattibilità del tuffo.
L’entrata è un po’ angusta ma dopo 4/5 metri sbuchiamo in una più ampia galleria.
Alcuni pipistrelli, saldamente aggrappati al soffitto, ci ignorano continuando il sonno letargico coperti dal loro mantello alare.
Strusciamo fino alla fine della galleria per dare un occhiata; la grotta con un passaggio sulla sinistra stringe al punto da obbligarci addirittura a toglierci gli imbrachi- Si torna indietro per alcuni metri dove, nell’umido pavimento è presente il foro interrotto da un blocco naturale che si affaccia sul bel pozzo di una decina di metri. Il fondo è caratterizzato da belle formazioni. Un ulteriore pozzo, sulla sinistra, ci porta dopo circa 8 metri al laghetto, lo raggiungiamo passando da una strettoia alquanto angusta. Si finisce di armare un paio di traversi e si esce per una birretta al bar.
Il sabato successivo ci troviamo io e Giorgio all’imbocco della grotta dove ci accampiamo nel capiente furgone per una tranquilla notte. La mattinata della domenica si presenta umida e fresca ma poco importa, verso le 10,30 arriva il gruppo Speleo Club Saluzzo che ci dovrà aiutare nel trasporto del materiale.
La grotta, precedentemente attrezzata è percorribile con discreta rapidità ed in un paio di ore arriviamo sul bordo del laghetto con tutto il materiale per la lunga preparazione.
Lo spazio è esiguo e un insistente stillicidio di acqua entra ripetutamente nel collo. Rapidamente mi sigillo nella stagna e con Giorgio finiamo i preparativi.
Visto il posto si opta per una configurazione side-mount con due sette litri e un camel bag da tre litri come gav.
Leghiamo la sagola e ci buttiamo in acqua. Vado avanti con il reel e Giorgio mi segue. Il sifone si presenta come una fessura verticale che avanzando tende a chiudersi fino a morire. Le pareti sono coperte da uno spesso strato di argille che denotano una totale mancanza di corrente, in poco tempo la visibilità è nulla.
Torno indietro alcuni metri e mi sposto sul lato opposto dove sembrava partire un altro corridoio ma anche in questo caso lo stesso termina. Ormai la visibilità nulla consiglia un rientro al laghetto. Mentre avvolgo il reel sbatto dentro un rametto di legno— “porca miseria”! mi chiedo da dove possa essere arrivato, mi rimane così un interrogativo aperto….
Riemergiamo nel laghetto , si smonta tutto e si porta all’esterno il materiale con un po’ di rammarico, speravo proprio di passare ma sarà per la prossima volta. La serata finisce in pizzeria tra chiacchere, racconti speleologici e ….. proposte di nuovi tuffi in grotta.
Ringraziamo tutti gli amici per l’aiuto e la Styled torcie a led per la subacquea che ci ha dato il materiale per illuminare la grotta.
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