Il silenzio davanti agli scempi.

Da Gattolona1964

Ringrazio sentitamente la signora Corvini per la concreta ed inaspettata risposta, nella sua lettera del nove ottobre. Sono portata a pensare che forse è un insegnante, forse in pensione (parola lontana per la sottoscritta) o forse ancora nel pieno dell’esercizio delle sue importanti funzioni. Ricevo, come voi, una risposta non scontata e non ovvia, peccato però! e di questo me ne rammarico molto, sia stata per ora la sola che ho ricevuto. La signora ci fa notare con estrema lucidità,  che mentre accadevano gli scempi a noi ben noti,  tutti quanti eravamo qua, ad osservare e, ad accettare tacitamente. Parole un poco dure ma reali, noi c’eravamo e permettevamo, ognuno a modo proprio, di continuare a fare quello che stavano facendo già da anni e annorum,. Già, inutile e stupido recriminare ora, mi sono detta…Forse eravamo anche noi affacendati in simili faccende per non mettere uno stop a tutto questo? Vede Dott. Nitrosi, anche io come mamma e come donna, nutro moltissime speranze negli organi scolastici e negli insegnanti, prego che non smettano di fare con amore e dedizione il loro mestiere e mi auspico, come spero tutti i genitori,  riescano nel difficile e delicato compito di far crescere i nostri figli. Pienamente d’accordo con la signora Corvini che ora il Re è nudo, ma per rivestirlo a dovere e con abiti dignitosi, senza buchi e senza toppe, come si conviene ad un vero regnante, dobbiamo ridisegnare il modello dell’abito tutto daccapo, studiarne il bozzetto e fare diverse “prove di sartoria”. Non so perchè ma al momento non vedo molta volontà di iniziare a fare “i sarti”, non respiro aria di ferrea convinzione e desiderio di collaborare insieme. Non aleggia ancora nell’aria la certezza che andando avanti così, finiremo dentro ad un baratro talmente profondo, dal quale, credo non ci rialzeremo più. Non voglio essere pessimista, lungi da me, solo realista e concreta, (l’età me lo permette), ma dai riscontri alquanto silenziosi e rassegnati dei miei concittadini, non ho ancora potuto captare un benchè minimo segnale di rinnovamento. Non è più il tempo dell’attesa, ora non è il momento di fare i compiti al pomeriggio è ora di darsi una regolata in tutti i sensi:  qua e subito. Anzi ripensandoci bene, non dovevamo chiudere  la stalla quando i buoi, inferociti se ne erano già fuggiti via. Sono anche io come sempre e nel limite delle mie possibilità, disponibile a collaborare per il bene ed il futuro dei nostri ragazzi.

Reggio Emilia, 18 ottobre 2012

Forse dovremmo rispolverare il concetto di comunità educante, ovvero il senso di corresponsabilità nell’educazione; a partire da quella dei bambini per arrivare a chiederla agli eletti. (Dott. DavideNitrosi ndr)