Generalmente il silenzio per me si è sempre diviso in due modi: il silenzio dell’incapcità di parlarsi, di esprimere le proprie emozioni, che genera lentamente altro silenzio e innalza muri, e, dall’altra parte, un silenzio che amo, fatto di pace, di serenità, di assenza di suoni, eccetto i suoni dei miei pensieri.
Dopo il commento di Mapy in me si è aggiunta una prospettiva diversa: il silenzio come difesa.
Spesso in una coppia si sceglie il silenzio perchè quella “guerra” di pensieri che si sente dentro, espressa, forse può creare un altra “guerra”, o anche perché non si è capaci di aprirsi ai problemi della coppia, si è spaventai da quel “non bello” che si palesa davanti, come se l’amore fosse solo scintillio e quando vediamo che le cose non brillano ne abbiamo paura e silenziosamente aspettiamo che passi, che torni il sole.
In teoria la penso diversamente!
Penso che il silenzio, in qualunque accezzione è sempre deleterio, crea sempre incomprensioni e più che unire divide. Sono del parere che bisogna dirsi le cose che si sentono dentro, aprire la parola di tutti i suoi stati d’animo, di tutte le sue rabbie e di tutte le sue aspettive. Questo è un modo sano di stare insieme e rispettarsi.
Però pensare al silenzio come difesa, come momento di sospensione, può essere un modo per guardare alle cose che mi stanno succedendo in maniera diversa, con maggiore comprensione e apertura all’altro.